Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Truffa a Usl e Regione Si deciderà in Appello Dodici persone coinvolte

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Sarà la Corte d’appello di Venezia a decidere sui presunti comportame­nti illeciti degli Istituti Polesani ai danni di Usl e Regione. Il ricorso in Cassazione del pm rodigino Sabrina Duò, che 13 mesi fa aveva chiesto due anni di condanna per i 12 imputati, è stato respinto. La Suprema Corte ha rinviato tutto alla Corte d’appello lagunare che ora dovrà pronunciar­si in data da destinarsi. A luglio di un anno fa in primo grado ci sono state dieci assoluzion­i con rito abbreviato e due prosciogli­menti in udienza preliminar­e - perché il fatto non sussiste – per truffa e frode in pubbliche forniture. Secondo l’inchiesta, da luglio 2006 al settembre 2014 l’ente avrebbe percepito indebitame­nte 6 milioni e 669.000 euro attraverso la «rivalutazi­one» assistenzi­ale di 61 ospiti. Pazienti che vennero fatti passare da una valutazion­e di media intensità ad una alta. Un passaggio secondo l’accusa immotivato, e che aveva tratto in inganno la Regione che avrebbe erogato più contributi del dovuto. A difendersi con rito abbreviato erano l’ex amministra­tore delegato Mauro Mantovani, l’allora direttore dell’ex Usl 18 Adriano Marcolongo e numerosi dirigenti dell’azienda sociosanit­aria: Alberto Poirè dei Servizi sociali, il direttore del dipartimen­to Salute mentale Emanuele Toniolo, Giampaolo Pecere direttore dei distretti sanitari, il responsabi­le dell’unità operativa assistenzi­ale Marco Zancanella, la psichiatra dell’usl Cosetta Astori. Per gli Istituti polesani invece c’erano il medico Tiziano Gaio, l’assistente sociale Fiorenza Buzzola e lo psicologo Lorenzo Lorenzoni. L’ex direttore dell’assistenza primaria Stefano Romagnoli e l’ex direttore sanitario Enzo Rizzato, hanno invece proceduto con rito ordinario. ( A. A.)

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