Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Electrolux, d’estate sempre aperto
L’unica grande fabbrica a non chiudere per ferie
Per la prima volta, il colosso trevigiano dei frigoriferi Electrolux ha deciso di rompere gli schemi: lo stabilimento di Susegana quest’estate non ha chiuso per ferie, fermandosi soltanto nel giorno di Ferragosto. È l’unica grande azienda metalmeccanica a rinunciare alla chiusura estiva: la De’ Longhi, per esempio, in agosto si è fermata per 10 giorni, gli stabilimenti Zoppas per 20. E a Susegana molti dipendenti hanno accumulato ferie arretrate.
Primo anno senza chiusura per ferie alla Electrolux di Susegana, l’unico grande gruppo metalmeccanico presente nel nostro territorio che, nel mese di agosto, abbia osservato una fermata completa soltanto nella giornata canonica di Ferragosto. Questo a tre anni dalla calda estate in cui, invece, la fabbrica trevigiana fece discutere per la richiesta ai dipendenti di lavorare anche la mattina del 15 agosto. Allora era sabato, c’era un forte ritardo nella produzione e all’appello aderirono più di 100 addetti, abbastanza per far funzionare due linee di produzione.
Oggi lo stabilimento è allineato con gli obiettivi di produzione: gli 820-830 mila frigoriferi, insomma, per fine anno dovrebbero essere centrati. E con la formula delle ferie a rotazione, cioè due settimane continue a luglio per alcuni dipendenti e nella prima metà di agosto per altri, nessuno pare si sia dovuto sacrificare. Anche se, fanno notare le organizzazioni sindacali, il fatto di avere mantenuta attiva almeno una linea fra la seconda parte di luglio e sabato 18 agosto, avrebbe impedito a molte figure specifiche (tecnici e manutentori) di aggregare alla pausa estiva una terza settimana (la quarta è per tutti a Natale). «Abbiamo persone che hanno accumulato centinaia di ore di ferie non godute – fa presente la Fiom Cgil – le quali prima o poi dovranno essere smaltite, dato che non possono essere monetizzate».
La decisione di non arrestare mai la produzione (contro, per esempio, uno stop di 10 giorni nelle sedi De’ Longhi o di 20 in quelle del gruppo Zoppas), sembra trovare la sua logica nell’importanza di poter rispondere «just in time» a ordini magari modesti ma imprevisti. Così l’estate nel capannone di Susegana sta fluendo senza più i regimi singhiozzanti del contratto di solidarietà - concordato nel maggio del 2014 con il governo per scambiare la rinuncia alla mobilità prevista per molti lavoratori con robuste decontribuzioni previdenziali – e con qualche tensione interna collegata per lo più alle temperature elevate degli ambienti di lavoro.
Un’estate che segna il ritorno in un alveo di normalità anche per due ragioni in qualche modo concatenate. La prima è la prossima rielezione del sindacato interno, dopo un anno di assenza delle Rsu a causa del loro mancato rinnovo in seguito al licenziamento (poi rientrato), di uno fra i leader più visibili, Augustin Breda. La seconda sta nel fatto che le Rsu, dal prossimo ottobre ricostituite, affronteranno lo scenario nuovo della decadenza, appunto, dei contratti di solidarietà (in Italia rimangono in vigore solo nello stabilimento milanese di Solaro) e, grazie a questo, della barriera rappresentata dall’ammortizzatore sociale alla possibilità di nuove assunzioni.
«L’età media degli 800 addetti alla produzione di Susegana (sui 1.200 totali, ndr) è superiore ai 50 anni – sottolinea il segretario della Fim Cisl, Antonio Bianchin – cioè fra le più alte delle aziende del settore. È naturale che faremo pressioni perché Electrolux aggiunga in organico forze fresche. A mio giudizio questa base va fatta crescere almeno del 10%». Tanto più se si considera che rimane ancora un ultimo segmento non esaurito di una campagna di incentivi all’esodo lanciata un paio d’anni fa e dalla quale ci si attende una flessione di altri 2530 addetti. Il fabbisogno di forza lavoro nell’impianto trevigiano, del resto, non è un tema che l’azienda non riconosca, almeno implicitamente. Nei mesi scorsi più volte è stata offerta ai dipendenti di Solaro, che lavorano di fatto metà delle ore, la possibilità di trasferte volontarie per qualche settimana a Susegana, opzione che è stata in qualche misura accolta. L’ipotesi di un trasferimento in pianta stabile, però, per quanto incoraggiata con premi e benefit, appare non altrettanto affidabile, e non lo è pure quella di assorbire lavoratori dalla vicina Porcia (Pn), come in passato, visto che anche la sede friulana ha ripreso la dinamica di un tempo.