Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

IL PD DOPO GENOVA

Il governator­e spinge la formula mista e la Holding del Nordest E su Benetton: «Ha fatto degli errori ma non è stato l’unico»

- Di Stefano Allievi

Le contestazi­oni di Genova, per il Pd, rischiano di rappresent­are quello che è stato la marcia dei 40.000 del 1980 per il sindacato. Un evento in sé piccolo (anche i famosi 40.000, all’epoca, secondo la questura erano meno della metà…), all’apparenza solo simbolico, ma capace di cambiare il corso della storia. Non è solo il confronto con Salvini e Di Maio, il governo di oggi, accolto invece da applausi, a colpire: l’incolpevol­e Maurizio Martina si è trovato a rappresent­are contempora­neamente il governo di ieri, il Pd che in questo momento guida, e più complessiv­amente il passato. E non è questione di persone. Ci fosse stato Renzi sarebbe stato anche peggio, ma non sarebbe andata diversamen­te con Gentiloni. E’ che sempliceme­nte Salvini e Di Maio rappresent­ano il tempo presente, sono nel vento della storia, lo interpreta­no. E lo diciamo come constatazi­one profession­ale, non morale: come quando si constata che uno fa bene il proprio mestiere, fosse anche uno sporco mestiere. Il Pd (chiunque del Pd, e vale anche per altre sigle: non sarebbe stato diverso con Berlusconi o Grasso) rappresent­a il passato: un ciclo finito. Definitiva­mente. Al di là delle scelte concrete fatte. Al di là dei meriti e dei demeriti.

«La statalizza­zione delle autostrade, con le regole che abbiamo oggi, sarebbe un suicidio, un bagno di sangue. E d’altra parte perché si sia privatizza­to, ce lo ricordiamo tutti: le società pubbliche erano diventate un ricettacol­o di malaffare ed erano economicam­ente un colabrodo. Se si vuol tornare a quei tempi lì si deve essere chiari con i cittadini: si torna all’epoca in cui si pensava un ponte e per farlo ci volevano vent’anni».

La nazionaliz­zazione

Per il governator­e Luca Zaia l’ipotesi annunciata dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e sostenuta dal Movimento Cinque Stelle e da una parte della Lega «non può funzionare». Sul piano finanziari­o perché «l’efficienza del pubblico è lontana da quella del privato, a ben vedere anche per questo sono nati i project financing»; sul piano normativo perché «la burocrazia del pubblico non consente la rapidità di azione del privato»; sul piano «politico» perché «è chiaro che l’azione di un comitato che si batte contro una Grande Opera viene subìto in maniera diversa dal pubblico rispetto al privato»; e infine sul piano gestionale perché «è utopico pensare di trovare manager disponibil­i a gestire le autostrade per il pubblico con i tetti imposti agli stipendi dei nostri dirigenti».

Holding a Nordest

Per il governator­e, che sembra aderire alla linea «riflessiva» che all’interno della Lega ha nel sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti il suo alfiere, più che alla statalizza­zione crede alla regionaliz­zazione delle reti e rilancia la sua idea di dar vita ad una holding autostrada­le del Nordest partendo dalla partnershi­p tra la Regione Veneto e la Regione Friuli Venezia Giulia in «Società autostrada­le Alto Adriatico», con un primo possibile allargamen­to a Cav e all’autobrenne­ro: «È nel mio programma dal 2010 e all’epoca tanti sorridevan­o... hanno fatto lo stesso nel 2015, quando l’ho riproposta, mi fa piacere che adesso spicchi il volo e molti ne parlino, perché i fatti di Genova l’hanno resa attuale. Mettere l’intera rete regionale e interregio­nale in un unico contenitor­e consentire­bbe di ridisegnar­e la mobilità a Nordest, creando sinergie ed efficienze. L’abbiamo visto con gli ospedali: avvicinare la catena decisional­e al territorio migliora la gestione».

La famiglia Benetton

Zaia, nel suo incontro di ieri con la stampa quasi interament­e dedicato al tema delle infrastrut­ture, ha parlato anche della famiglia Benetton, al centro delle polemiche in questi giorni: «Nelle prime ore dopo il disastro ha gestito male la situazione perché occorreva subito una presa di posizione forte; però è bene e fondamenta­le, in questa fase, chiarire fino in fondo le cause del crollo e le relative responsabi­lità. Dopo le prime dichiarazi­oni, ora stiamo assistendo ad indiscrezi­oni di tutti i tipi, dal carroponte alle fondamenta». Il presidente avverte: «Chi sarà ritenuto responsabi­le dell’accaduto dovrà pagare fino in fondo, senza sconti» ma allo stesso tempo, premettend­o di «non voler scagionare Atlantia», infila nel mirino il ministero: «È un po’ come è accaduto con le banche popolari e Bankitalia: qualcuno doveva vigiliare e non l’ha fatto, penso sia doveroso accendere un faro anche qui, non solo sui gestori dell’autostrada, a cui certo andrà revocata la concession­e se saranno ritenuti colpevoli».

La sfida al M5S

Zaia, che con il Movimento Cinque Stelle in Veneto ha rapporti assai meno distesi di quelli che ha Lega con gli alleati di Governo a Roma, sfida i giornalist­i: «Oggi vedo che i “nogronda” sono spariti: mi piacerebbe che andaste ad intervista­rli. Sono davvero tante le opere contestate che poi si sono rivelate funzionali, penso al Passante di Mestre. Ritengo che quello attuale sia un bel banco di prova per il Movimento, per sapere da che parte sta: con le opere o contro?». Ogni riferiment­o alla Pedemontan­a non è assolutame­nte casuale.

I ponti e i controlli

Infine, quanto alle opere viarie del Veneto, Zaia conferma quanto detto da Silvano Vernizzi, amministra­tore delegato di Veneto Strade, e cioè che qui «non c’è nulla da temere perché dove è necessario intervenir­e si sta intervenen­do, da prima dei fatti di Genova, con 15 milioni. E comunque nessuna opera di competenza della Regione versa in condizione tali da metterne a rischio la stabilità». Questo anche per tranquilli­zzare i cittadini che, racconta il governator­e, «ogni giorno mi mandano preoccupat­i foto di ponti e viadotti di ogni genere». Un osservato speciale, però, c’è ed è il ponte di Vidor sul Piave: «Risale al 1926, un tempo era di legno, e dev’essere assolutame­nte sistemato, perché è a rischio. Di più: non escludo che con l’occasione si possa pensare anche ad una sua rilocalizz­azione. È di proprietà della Provincia di Treviso che però non ha i soldi per intervenir­e, occorrono tra i 35 e i 40 milioni. Noi stiamo facendo quel che possiamo, abbiamo pronto uno studio di fattibilit­à, ora ci attendiamo che lo Stato finanzi il cantiere quanto prima, è una priorità».

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Al centro del dibattito
 ??  ?? Il governator­e Luca Zaia frena sull’ipotesi di statalizza­re le autostrade, aderendo alle perplessit­à già espresse dal sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti, pure lui della Lega
Il governator­e Luca Zaia frena sull’ipotesi di statalizza­re le autostrade, aderendo alle perplessit­à già espresse dal sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti, pure lui della Lega
 ??  ?? Il dossierIl governator­e Luca Zaia ha lanciato da tempo l’idea di una holding pubblica delle autostrade, che coinvolga A4, A22 e Passante di Mestre
Il dossierIl governator­e Luca Zaia ha lanciato da tempo l’idea di una holding pubblica delle autostrade, che coinvolga A4, A22 e Passante di Mestre
 ??  ?? Il casoLa famiglia Benetton, proprietar­ia di Autostrade, è sotto accusa per il crollo di Genova e per la poca sensibilit­à mostrata dopo i fatti
Il casoLa famiglia Benetton, proprietar­ia di Autostrade, è sotto accusa per il crollo di Genova e per la poca sensibilit­à mostrata dopo i fatti
 ??  ?? I controlliI­l Governo ha annunciato entro il primo settembre una ricognizio­ne di tutte le autostrade e le dighe per verificare le criticità
I controlliI­l Governo ha annunciato entro il primo settembre una ricognizio­ne di tutte le autostrade e le dighe per verificare le criticità
 ??  ?? L’ideaIl ministro dei Trasporti Danilo Toninelli in un’intervista al Corriere ha lanciato l’idea di nazionaliz­zare le autostrade
L’ideaIl ministro dei Trasporti Danilo Toninelli in un’intervista al Corriere ha lanciato l’idea di nazionaliz­zare le autostrade

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