Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Falsi vaccini «La Petrillo va processata»

Petrillo accusata di peculato e falso, udienza preliminar­e in novembre: «Ma è innocente»

- Andrea Rossi Tonon

Chiesto il rinvio a giudizio per Emanuela Petrillo, l’assistente sanitaria trevigiana accusata di non aver vaccinato oltre 7 mila bambini tra Veneto e Friuli, dove ha lavorato. Il suo avvocato: «Siamo sereni».

Peculato, omissione di atti d’ufficio e falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale. Sono i reati che il prossimo 2 novembre alle 11.30 saranno contestati nel corso dell’udienza preliminar­e a Emanuela Petrillo, l’assistente sanitaria trevigiana accusata di non aver vaccinato oltre 7 mila bambini tra Veneto e Friuli, dove ha lavorato.

Il pubblico ministero Claudia Danelon ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Petrillo e il giudice per le indagini preliminar­i del Tribunale di Udine Daniele Faleschini ha fissato la data per l’udienza preliminar­e al prossimo autunno. Ora toccherà al gup stabilire se il fascicolo debba essere archiviato oppure si debba procedere con il processo.

Petrillo - successiva­mente licenziata per giusta causa dall’usl 2 (provvedime­nto impugnato dai difensori della donna e strenuamen­te difeso dall’azienda sanitaria di Treviso) - è accusata di peculato perché, secondo l’accusa, «avendo in ragione del proprio ufficio o servizio il possesso di farmaci vaccinali li distraeva dalle loro finalità, e dopo aver simulato l’iniezione gettava nei contenitor­i dei rifiuti speciali le siringhe contenenti il siero non iniettato».

La donna deve rispondere anche di omissione atti d’ufficio perché, sempre secondo le accuse rivoltele, «in qualità di addetto al servizio vaccinazio­ni e dunque quale pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, indebitame­nte ometteva o rifiutava il compimento di atti che per ragioni di giustizia, sicurezza, igiene pubblica e sanità dovevano essere compiuti senza ritardo». Nello specifico, secondo la Procura, Petrillo avrebbe omesso «di procedere alle iniezioni vaccinali obbligator­ie in programma nei giorni in cui prestava servizio presso l’ambulatori­o».

All’assistente sanitaria viene contestata inoltre la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale perché lei stessa, presso la Asl 3 di Codroipo, inserendol­i «con il proprio codice operatore » nel sistema informatic­o o inducendo in errore le colleghe all’usl 2 di Treviso, formava «atti pubblici falsi, attestando falsamente di aver effettuato regolarmen­te le vaccinazio­ni».

«Siamo molto soddisfatt­i della richiesta del pm, soprattutt­o perché i capi di imputazion­e ricalcano le nostre denunce» commenta l’avvocato Pasquale Fabio Crea, legale dell’usl 2 «Marca Trevigiana», identifica­ta nei suoi amministra­tori come parte offesa insieme all’asl 3, all’azienda sanitaria integrata di Udine, all’usl 2 «Marca Trevigiana» insieme a 159 bambini vaccinati da Petrillo, il cui sangue è stato oggetto di incidente probatorio e analisi.

La nuova fase del procedimen­to consentirà all’assistente sanitaria di rispondere preliminar­mente a queste pesanti accuse. «Lotteremo con serenità convinti delle nostre ragioni», commenta Paolo Salandin, avvocato difensore di Petrillo, annunciand­o già una prima importante decisione. «Chiederemo il non luogo a procedere — spiega il legale —. In ogni caso non considerer­emo i riti alternativ­i ma chiederemo di andare a processo».

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Assistente sanitaria Emanuela Petrillo ha lavorato come infermiera all’asl 3 di Codroipo e all’usl 2 di Treviso

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