Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Morta dopo le botte, l’autopsia non risolve il giallo
Decesso in ospedale, i sospetti sulla figlia dell’anziana si attenuano ma il pm chiede altri test
Ci vorranno nuove analisi per stabilire se i lividi sul corpo di Maria Barci, 91enne di Carmignano di Brenta morta sabato scorso in ospedale, siano stati la causa del decesso. Il giallo della morte quindi non si è chiarito e servirà ancora qualche tempo per chiarire le eventuali responsabilità della figlia Silvana Carli, 67 anni, indagata per violenze e maltrattamenti nei confronti dell’anziana madre.
L’autopsia eseguita dalla dottoressa Barbara Bonvicini ha rivelato che l’anziana donna è deceduta a causa di un grave quadro respiratorio provocato da un’infezione, quindi la morte sarebbe sopraggiunta per cause non direttamente collegabili ai presunti maltrattamenti. Tuttavia, per escludere del tutto le responsabilità della donna, sarà necessario analizzare la cartella clinica dell’anziana, nonché il quadro di salute generale con cui la paziente è giunta in ospedale. E’ vero che le presunte botte sembrano non aver influito sul decesso, ma bisogna escludere anche che i maltrattamenti abbiano provocato lo stress fisico nell’anziana tale da poter provocare l’allettamento e l’infezione. Prima di escludere del tutto le responsabilità della figlia quindi bisognerà attendere l’esito finale delle ulteriori indagini richieste dal pubblico ministero Benedetto Roberti, che sta coordinando le indagini dei carabinieri.
Il caso era emerso lo scorso luglio, quando gli accertamenti dei carabinieri di Carmignano avevano portato all’arresto di Silvana Carli. Stando ai militari, la 67enne avrebbe percosso più volte l’anziana donna, che abita con lei, tanto che i vicini avrebbero sentito spesso le urla della donna contro la madre. Maria Barci, portata in ospedale, presentava una frattura al volto e altre lesioni, per questo venne immediatamente ricoverata. La procura dispose l’arresto della 67enne. Poco prima della morte però, Silvana Carli è stata scarcerata per decorrenza termini: il magistrato avrebbe depositato la motivazione dell’arresto con un giorno in ritardo rispetto ai termini di legge, per questo la donna è stata liberata dagli arresti domiciliari. L’indagata si è affidata a due avvocati, Ernesto De toni e Umberto Brotto.