Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I tre profughi in centro con ramazza e cartello «Vogliamo integrarci, vi puliamo la strada»
Lucky (27 anni), Friday (25) e Celestine (30) non sono più profughi. Da qualche mese, infatti, è stato loro riconosciuto l’agognato status di rifugiato e hanno diritto a restare su suolo italiano. Sono solo tre dei tantissimi arrivati sulle coste del Bel Paese e poi finiti nelle cooperative dopo viaggi ai limiti della sopportazione. Lucky e Friday sono arrivati nel 2016 mentre Celestine nel 2015. Sono stati affidati alle cooperative e lì conta molto la fortuna. Ci sono coop che lavorano bene, offrono corsi di italiano e una sistemazione dignitosa. Ma ce ne sono anche altre che fanno dormire i richiedenti asilo in tende senza riscaldamento o servizi igienici. Per ognuno di loro, la cooperativa riceve 35 euro al giorno dal governo che servono per cibo, vestiti e generi di prima necessità. Al migrante normalmente vengono dati, di questi 35 euro, circa 2,50 euro. Se sono fortunati, i richiedenti asilo svolgono qualche tirocinio grazie ai progetti messi in campo da alcune amministrazioni in collaborazione con le cooperative, come è stato per Friday che ha potuto svolgere un tirocinio come meccanico. Ma una volta che la commissione provinciale ha deciso di dare lo status di rifugiato, i tre nigeriani, come tanti altri, sono stati lasciati soli. Devono trovare un lavoro e un appartamento ma non è così semplice. La via più breve è la criminalità. Altri scelgono una strada alternativa. O meglio, le strade decidono di pulirle. È quello che fanno Lucky, Friday e Celestine a Padova con vecchie scope e rastrelli donati da alcuni italiani che li hanno notati. Non chiedono denaro, chiedono una possibilità. Un modo di sopravvivere restando nella legalità. «Gentili signori, desidero integrarmi onestamente nelle vostra città — recita il cartello con cui i tre si accompagnano nel centro di Padova —. E da oggi terrò pulita la vostra strada». «Non vogliamo restare a casa con le mani in mano, vogliamo far vedere che siamo utili – spiega Friday – Speriamo che qualcuno si accorga di noi e ci dia un lavoro». Lucky è l’unico dei tre che vive ancora presso la cooperativa Edeco che lo ha accolto, a Torreglia. Friday e Celestine dividono una stanza in un appartamento vicino l’aeroporto. «Siamo in subaffitto, paghiamo 250 euro a testa. Raccogliamo i soldi dalle elemosine, per nostra fortuna i padovani finora si sono dimostrati generosi», dice Celestine. Lucky è arrivato a Padova due anni fa con un grave problema alla gamba. In Nigeria non poteva pagarsi le cure necessarie: «La mia è una famiglia molto povera. Però non voglio aiuto che non merito, per questo ho deciso di pulire le strade come i miei amici». Friday, che viene dallo stesso villaggio di Lucky ed è arrivato a Padova come lui due anni fa, è un meccanico qualificato ma accetterebbe qualsiasi lavoro. Celestine, arrivato nella città del Santo solo cinque mesi fa, rifiuta categoricamente l’idea di percorrere la strada della criminalità: «Sicuramente è più facile, ma io sono una persona onesta e non voglio entrare in quel giro». «Meglio vivere così piuttosto che far del male — gli fa eco Friday — In Nigeria vivevamo seguendo la legge, . E ora vogliamo vivere secondo le leggi italiane».
”
Friday (25 anni) Meglio vivere così che fare del male, noi vogliamo rispettare le leggi italiane