Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Le piante del Bo che salvano l‘acqua delle nostre città

- Alessandro Macciò

Da scarto a risorsa. Le acque reflue si possono depurare e riutilizza­re: la dimostrazi­one arriva dal campus universita­rio Agripolis di Legnaro, dove gli agronomi del Bo hanno installato un impianto di fitodepura­zione a parete che raccoglie le acque grigie prodotte dalle attività di ristorazio­ne della mensa e sfrutta l’azione delle piante per eliminare le loro sostanze inquinanti. L’esperiment­o è partito nel 2017 grazie al finanziame­nto Prin (Progetto di ricerca di interesse nazionale) vinto da Maurizio Borin e Nicola Dal Ferro: «Stiamo testando le proprietà specifiche di ciascuna pianta - spiega Borin, direttore del dipartimen­to Dafnae (agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente), in un’intervista al magazine Il Bo Live -. E stiamo pensando a piante con epoche di fioritura differenti anche per pensare un domani a costruire un mosaico di colori in periodi diversi dell’anno». La composizio­ne dell’impianto segue dei criteri ben precisi: «Ci servono piante di piccola taglia, piante ricadenti che a maturità producano un muro verde, possibilme­nte colorate e profumate dice Borin -. Ma soprattutt­o devono essere piante che trovano vantaggio a vivere in presenza di acqua o addirittur­a sommerse, e che siano adatte a sopportare carichi elevati di reflui e di inquinanti». Finora i risultati più soddisface­nti sono arrivati dalla menta: «Si tratta di una pianta estremamen­te vivace e vigorosa - assicura Borin -. La menta si avvantaggi­a delle condizioni che noi consideria­mo peggiori, ovvero con più inquinanti. Altre piante invece si trovano meglio a carichi di reflui inferiori». La scelta della fitodepura­zione a parete è quella più indicata nei contesti urbani, dove gli spazi sono ridotti e le piante possono assolvere anche altri compiti (dalla coibentazi­one alle funzioni ornamental­i). Non a caso, il progetto è destinato a varcare i confini del campus: «A inizio anno abbiamo sottomesso un progetto europeo che prevede una partnershi­p con il Comune di Padova, dove si prevede l’installazi­one dell’impianto su due edifici», annuncia Borin, che a metà settembre presenterà i risultati del primo anno di monitoragg­io con Dal Ferro in un convegno sulla fitodepura­zione a Tokyo.

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La High Line La trasformaz­ione della ferrovia di New York

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