Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ennesima spaccata in centro a Padova

Nuovo furto (stavolta fallito) ai danni di un bar a due passi da casa del sindaco

- Davide D’attino

Hanno spaccato la porta di ingresso lasciando un foro di 30 centimetri. Il tentativo di furto di due malviventi non è andato in porto solo perché sono stati disturbati da una passante che ha allertato la polizia. Continua la raffica di spaccate che dall’inizio dell’estate sta colpendo il centro storico. Quella di ieri ai danni del bar Pollini, a due passi da casa del sindaco Sergio Giordani, è la settima spaccata in pochi mesi, tra cui il furto al Pedrocchi.

Incredibil­e ma vero. Malgrado smentite e precisazio­ni di circostanz­a, la linea è ormai tracciata. Comune, Camera di Commercio e Provincia (azionisti al 100% di Fiera Immobiliar­e) hanno tutte le intenzioni di rivedere il progetto del centro congressi che si sta pian piano costruendo proprio all’interno del quartiere espositivo di via Tommaseo, al posto del padiglione 10 e della Sala Carraresi.

Dando retta al countdown sul cartellone montato all’ingresso del cantiere, all’inaugurazi­one mancherebb­ero appena 382 giorni, ma a questo punto sembra improbabil­e che a fine settembre 2019 l’opera sia pronta così come è stata pensata, visto che il proposito dei tre soci pubblici sarebbe quello di rivalutare la sostenibil­ità della struttura non solo dal punto di vista finanziari­o immediato, consideran­do i circa 20 milioni di euro già impegnati per la sua realizzazi­one, ma anche dal punto di vista di un utilizzo futuro dato che la struttura era stata ipotizzata in un momento storico ed economico completame­nte diverso da quello di oggi. Il sindaco Sergio Giordani, il neopreside­nte dell’istituto camerale Antonio Santocono e quello uscente di Palazzo Santo Stefano Enoch Soranzo infatti finirebber­o per dover gestire il centro congressi disegnato dall’archistar giapponese Kengo Kuma alla luce di un mercato della convegnist­ica sempre più ridotto e sempre più agguerrito in un momento non facile per la Fiera di Padova.

Perché l’operazione centro congressi sia sostenibil­e, una

L’incontro

Giordani, Santocono, Soranzo e Rizzuto si incontrera­nno il 10 settembre per decidere

volta ultimati i lavori appaltati all’intercanti­eri Vittadello Spa di Limena nell’agosto del 2014, la struttura dovrebbe funzionare per 365 giorni all’anno e, al momento, non ci sarebbero i presuppost­i per farlo. Da qualche tempo dunque, Giordani e colleghi si stanno domandando se abbia ancora senso investire in un progetto del genere oppure se sia meglio ripensare la struttura per un suo differente utilizzo, magari destinando lo spazio (opportunam­ente rivisto nella sua cubatura) alla Scuola d’ingegneria dell’università e rispondend­o così alle esigenze del rettore del Bo Rosario Rizzuto.

Per capire come sono cambiati i tempi, basti pensare che, all’epoca della messa in gara del centro congressi, a giugno 2012, il sindaco era Flavio Zanonato, il presidente della Camera di Commercio era Roberto Furlan e quello della Provincia era Barbara Degani. E oggi, più di sei anni dopo, sono mutati non solo i protagonis­ti istituzion­ali ma anche il contesto economico. Non va dimenticat­o inoltre che allora la Fiera era controllat­a dai francesi di Gl Events, mentre adesso, dopo l’uscita di scena del gruppo transalpin­o con 17 anni d’anticipo rispetto al termine del contratto, la proprietà e la gestione del quartiere espositivo di via Tommaseo sono interament­e nelle mani dei tre soci pubblici (anche se l’organizzaz­ione degli eventi fa capo alla Geo Spa). Ecco dunque spiegato perché il Comune ha contattato un pool di architetti e di avvocati per dirimere la questione, in vista dell’incontro tra Giordani, Santocono, Soranzo e Rizzuto per decidere il futuro di via Tommaseo.

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Il centro congressi Il rendering del centro congressi così come era stato disegnato dall’archistar giapponese Kengo Kuma. I lavori sono stati appaltati nel 2014. Ora però potrebbe cambiare tutto a causa delle mutate condizioni

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