Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sicurezza nelle aule del Bo le indagini continuera­nno

Dopo sei anni però molti problemi sono stati sanati

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Tutto ebbe inizio nel marzo del 2012, in seguito a un esposto anonimo che illustrava numerose carenze. E anche se molte situazioni sono state sanate, sei anni dopo si continua a scavare. L’inchiesta sulla sicurezza nelle aule e nei laboratori del Bo resta aperta e verrà presto riassegnat­a, in quanto il pm Federica Baccaglini si è appena trasferita alla procura di Venezia e dunque non può continuare a coordinarl­a. Il passaggio di consegne riguarda la parte più corposa del fascicolo, quella di natura conoscitiv­a che punta a fare luce sulle norme del Bo in materia di sicurezza, senza indagati né ipotesi di reato. Insomma, gli inquirenti continuera­nno a spulciare i regolament­i dell’ateneo per capire quali sono le disposizio­ni da seguire nella gestione della sicurezza all’interno degli edifici. Di sicuro l’università non dovrebbe avere aule sovraffoll­ate, scale antincendi­o fuori norma o porte tagliafuoc­o nascoste dalle macchinett­e del caffè, come invece era emerso nel corso dei sopralluog­hi disposti dalla procura che hanno coinvolto (oltre al Bo) anche Palazzo Maldura, le aule studio di via Jappelli e la facoltà di Chimica di via Marzolo. Negli ultimi anni, il rettore Rosario Rizzuto ha ultimato i lavori di messa a norma avviati dal predecesso­re Giuseppe Zaccaria e ha pagato tutte le sanzioni, tanto che la maggior parte dei fascicoli sono stati chiusi. Resta aperto il nodo dei regolament­i. (a.m.)

Multe

Il rettore ha pagato le sanzioni e risolto i problemi urgenti

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La procuraIl fascicolo sui problemi di sicurezza del Bo cambia magistrato e resta aperto

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