Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Vaccini, carte falsificate e denunce
Dai controlli dei Nas autocertificazioni finte negli asili di quattro province. Caso Venezia
Decine di autocertificazioni false o compilate male scoperte dai carabinieri del Nas negli asili di Vicenza, Treviso, Belluno e Venezia. Nel capoluogo lagunare il sindaco Luigi Brugnaro segnala venti pratiche irregolari su 34 esaminate. La prossima settimana i controlli si estendono alle scuole medie ed elementari e al biennio delle superiori. «Il governo esercita un diritto legittimo di ispezione — dice il governatore Luca Zaia — non sono contro i vaccini ma contro l’obbligo».
Sono decine le autocertificazioni irregolari, tra false e mal compilate, scovate dai Nas durante i controlli condotti da martedì negli asili del Veneto per appurare la veridicità tra quanto dichiarato dai genitori dei bimbi iscritti e il reale stato vaccinale degli stessi certificato dall’anagrafe vaccinale regionale. Alcune sono palesamente false, come le due compilate da altrettante mamme di piccoli che frequentano due Nido vicentini, denunciate per falso in atto pubblico commesso da privato (fino a due anni di reclusione la pena). Altre sono state redatte in modo erroneo: mancano dati, alcuni sono sbagliati, oppure riportano l’appuntamento fissato all’usl per immunizzare il bambino in un giorno diverso da quello indicato dall’azienda sanitaria. Per ora il caso più clamoroso riguarda Venezia. Il sindaco Luigi Brugnaro rivela che i carabinieri inviati dal ministero della Salute hanno vagliato 2200 pratiche, tra cui 34 autocertificazioni, 20 delle quali irregolari. E’ emerso dal controllo incrociato con i dati dell’usl 3 Serenissima. Come si diceva alcune sono false, perchè riportano un appuntamento con l’usl in realtà mai preso o fissato per chiarimenti e non per le vaccinazioni, altre contengono errori di compilazione. L’analisi è in corso. «Noi rispettiamo la legge — dichiara Brugnaro — se c’è qualcuno così folle da non voler vaccinare il proprio figlio, io ho il diritto e il dovere di tutelare gli altri bambini. Quindi chi non è in regola non potrà entrare all’asilo. Inoltre segnaleremo alla Procura le famiglie che hanno portato autocertificazioni false».
In tutto i Nas di Treviso, competenti anche per Venezia e Belluno, hanno ispezionato la documentazione relativa a venti tra Nido e materne, riscontrando «posizioni non conformi» e altre «no vax» in tutte e tre le province. Stanno approfondendo le posizioni sospette. I colleghi di Padova, competenti anche per Vicenza, Verona e Rovigo, hanno esaminato le posizioni di 2500 bimbi, per la maggioranza dei quali è stato presentato il certificato vaccinale. Le autocertificazioni risultano il 10% del totale (in certe scuole ne hanno trovate 2, in altre 30) e finora sono emersi solo i falsi di Vicenza. I controlli interessano sia gli asili comunali che quelli privati parificati e continueranno fino alla prossima settimana, quando coinvolgeranno anche elementari, medie e biennio delle superiori, poiché i 10 vaccini obbligatori (antipoliomelitica, antidifterica, antitetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-haemophilus influenzae tipo B, anti-morbillo, antirosolia, anti-parotite e antivaricella) sono imposti agli alunni da zero a 16 anni. All’asilo l’inosservanza è punita con il divieto di frequenza e una multa fino a 500 euro, negli altri ordini di scuole solo con la sanzione.
«Il governo ha scelto di verificare le autocertificazioni, esercitando legittimamente un diritto — commenta il governatore Luca Zaia —. Io non sono contro le vaccinazioni, si sa. Sono per un modello della non coercizione, che hanno adottato 15 Paesi europei (in altri 14 è in vigore l’obbligo, ndr), ma non ho nulla contro le scelte del governo». E i camici bianchi che ne pensano? Dopotutto se è saltato il rinvio di un anno dell’obbligo è stato per il pressing esercitato dagli Ordini e da medici di famiglia, pediatri, virologi e Istituto superiore di Sanità. «Io c’ero all’audizione alla Camera di martedì, come vicepresidente nazionale della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici — racconta Giovanni Leoni, numero uno a Venezia — e tutti insieme abbiamo evidenziato la necessità dell’obbligo, soprattutto perchè l’anagrafe vaccinale non c’è ovunque. Chiediamo la verifica sistematica delle autocertificazioni, che semplificano la vita al cittadino ma non lo esentano dall’obbligo. Infrangerlo è reato e alimenta la diffusione di focolai d’infezione. Ricordiamoci dei 4491 casi di morbillo nel 2017 (288 in Veneto, ndr), con 4 decessi, e dei 2029 di quest’anno (27 in Veneto, ndr), con altri 4 morti».