Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il papà: «Non ho picchiato il professore»
L’aggressione al liceo «Cornaro», la difesa dell’accusato: perseguitava mio figlio
Dice di non aver alzato le mani sul docente che aveva bocciato suo figlio agli esami di riparazione, ma di avergli solo detto di vergognarsi, col ragazzo a fare da scudo al professore. Questa la difesa del padre denunciato per un pesante alterco, nei giorni scorsi, al liceo «Cornaro». L’uomo, un camionista di 53 anni, dice comunque di essere pentito e chiede scusa. Intanto il presidente dell’istituto invita a non generalizzare e i colleghi solidarizzano col prof.
Nega di aver alzato le mani, conferma che a calmarlo è stato il figlio, dice di essere pentito e chiede scusa. Lui è il papà che martedì mattina si è presentato al liceo «Cornaro» di Padova e ha avuto un duro faccia a faccia con un professore, quello ritenuto colpevole di aver bocciato il figlio sedicenne agli esami di riparazione. La situazione non è degenerata anche perché il ragazzo si è messo in mezzo e ha fatto da scudo all’insegnante, ma questo non ha impedito al padre di rimediare una denuncia per percosse e minacce a pubblico ufficiale.
Ieri l’uomo, un camionista di 53 anni, ha fornito la sua versione dei fatti. «Ero andato a scuola per ritirare la copia dell’esame di mio figlio, perché sono sicuro che il voto era troppo basso e volevo chiedere un appuntamento al preside. Il docente che in questi due anni l’ha perseguitato è venuto a stringermi la mano, così io gli ho detto che mi aveva deluso e che doveva vergognarsi. Volevo solo sfogarmi, ora è tutto finito».
Il padre parla di «complotto» e spiega perché: «Quel professore mi aveva già detto che non avrebbe ammesso mio figlio al terzo anno, forse voleva vendicarsi di qualcosa. Mio figlio ha sempre ricevuto un trattamento diverso dai suoi compagni ed era arrivato al punto di non voler più andare a scuola, perché mi diceva che tanto era inutile. Eppure non ha mai consegnato un compito in bianco e quest’estate ha studiato molto, facendo anche diverse ripetizioni: è un peccato che le sue qualità vengano ignorate».
Un ragazzo molto maturo, almeno a giudicare dalla sua reazione di martedì mattina. «Quando ha visto che ero troppo nervoso, mi ha detto di lasciar stare e di andare con lui a cercare il preside — racconta il papà — Non lo faceva per dare ragione alla decisione dell’insegnante, ma per proteggermi dalle mie stesse azioni. Sono fiero di quel che ha fatto lui e pentito di quel che ho fatto io: quel professore non è un mio nemico, questi comportamenti non fanno parte del mio carattere e della mia educazione. Sto malissimo e chiedo scusa».
Ieri mattina intanto il preside del liceo, Massimo Vezzaro ha ricevuto il ragazzo per valutare con lui pro e contro della sua permanenza al «Cornaro», che resta ancora da decidere. I docenti hanno espresso solidarietà al collega aggredito: «Ha dimostrato grande autocontrollo e ha fatto bene a denunciare, tutto ciò che avviene fuori dalle regole non deve avere diritto di cittadinanza» è il commento ricorrente. Un po’ di preoccupazione c’è. «Se il genitore si presenta senza appuntamento per parlare di un problema, bisogna negargli il colloquio individuale e chiedergli di tornare per parlarne alla presenza di altri colleghi — propone l’insegnante del liceo Fabrizio Del Rosso — Purtroppo c’è molto interventismo nei confronti dei figli, i genitori vivono la bocciatura come se fosse loro».
Ma Vezzaro minimizza: «Non tutti i genitori sono potenziali aggressori e non ci sono state altre intimidazioni, non bisogna generalizzare».
Reazioni Solidarietà dei colleghi all’insegnante Il preside: «Non generalizziamo»