Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pedemontan­a, il M5s non molla «I tecnici smentiscon­o Zaia»

Battaglia in commission­e. Task force per il nodo Montecchio

- M.ZA.

La Pedemontan­a della discordia approda a Palazzo Ferro Fini. E le polemiche a Cinque Stelle sono assicurate. Con, in più, il Pd che si accoda e accusa il governator­e Luca Zaia di «mandare avanti i tecnici» e non «metterci la faccia». I fatti: il commissari­o alla Pedemontan­a Marco Corsini e l’ingegnere Elisabetta Pellegrini, a capo della Struttura di Progetto, hanno snocciolat­o i dati ormai diffusi quasi quotidiana­mente dalla Regione sull’architettu­ra finanziari­a dell’opera, tema su cui si appuntano gli attacchi pentastell­ati. Il M5s, con il nuovo capogruppo Manuele Brusco e il suo predecesso­re Jacopo Berti in testa, esultano: «Gli stessi tecnici di Zaia ammettono che l’opera e il suo assetto si possono rivedere». La Regione scuote il capo in quello che, ormai, è un dialogo fra sordi. «Ancora una volta i tecnici smentiscon­o Zaia, il contratto può essere rivisto in favore dei cittadini» giubilano i grillini che leggono così la relazione tecnica presentata in quarta commission­e ieri. «Una scappatoia c’è: - spiega il Movimento - i tecnici ci hanno detto che il contratto è rivedibile sotto vari aspetti, alla faccia di quello che Zaia predica da sempre». Zaia non risponde se non ribadendo, indirettam­ente, che solo così l’opera sta in piedi. In coda arriva la minaccia M5s: «L’11 settembre del 2020 l’opera dovrà essere consegnata completata al 100% altrimenti chiederemo immediatam­ente la rescission­e del contratto». Le uniche novità concrete, nella relazione declinata politicame­nte, e che ricorda come i lavori a fine luglio fossero completati al 44% e gli espropri siano stati liquidati al 79%, sono tecniche. Se la galleria di Malo resta sotto sequestro, i lavori su quella di Castelgomb­erto riprendera­nno entro fine mese. L’apertura fra ottobre e novembre del primo tratto di 6 km fra Thiene e Breganze necessiter­à, a breve, di un accordo attuativo con Sis che non prevede alcun esborso per la Regione e un canone pari al ricavo dei pedaggi. Infine, ma non per importanza, si rende noto un tavolo fra Regione, Brescia-padova, Mit e Rfi per coordinare i lavori che insistono sul nodo di Montecchio Maggiore, vale a dire, in trincea, la linea ferroviari­a storica cui si affiancher­à la Tav nel tratto fra Verona e il bivio di Vicenza che taglia in diagonale l’a4 che, con il nuovo casello e un complesso sistema di svincoli per il raccordo con la Pedemontan­a, sta sul piano campagna e in sopraeleva­ta.

Berti

Se nel 2020 non sarà pronta al 100% chiederemo la rescission­e

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