Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Caporalato nella tenuta «Tresoldi» Indagati anche due professionisti
La famiglia Tresoldi, a capo di un’azienda agricola finita in una inchiesta per caporalato la scorsa primavera, non faceva tutto da sola. Il presunto sfruttamento dei lavoratori e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina emersi grazie alle denunce dell’adl e alle indagini dell’ispettorato del lavoro coordinate dal Pm Benedetto Roberti, hanno portato alla luce il ruolo di due «colletti bianchi»: Renato Ruzzon, commercialista e Tania Ruzzon, entrambi di Tribano, consulente del lavoro.
Le indagini, che avrebbero portato alla scoperta di decine di giovani lavoratori del Bangladesh sfruttati nei campi e malpagati, sono concluse e il Pm si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per Walter Tresoldi, titolare dell’azienda agricola di Albignasego, della moglie Fanica Hodorogea, di quello che sembra essere il braccio destro del capo ovvero il latitante Karim Mintu, di altri tre marocchini che avrebbero reclutato stranieri e, appunto, dei due Ruzzon, imputati per concorso in intermediazione illecita.
Stando alle indagini i due professionisti, in collaborazione con altri, «hanno voluto offrire uno schermo all’attività della ditta di Tresoldi affinché si potesse esentare costui — recita il dispositivo del pubblico ministero — da responsabilità diretta nei confronti dei dipendenti». Oggi la «Tresoldi» è affidata a un amministratore giudiziario che sta portando avanti il lavoro di raccolta nei campi nel rispetto della legalità.