Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Entra a casa con una scusa Le ruba 1.700 euro e i gioielli
Si era finto addetto di Acquevenete. La ditta: «Prima verificate»
Truffe dello specchietto ad automobilisti, oppure falsi addetti di società che con un pretesto entrano in casa e derubano i malcapitati. L’ultimo caso di truffe ha visto come vittima un’anziana di Rovigo, che abita nel quartiere Commenda e che ieri mattina è stata derubata da un falso addetto di Acquevenete.
Come spiegato dalla stessa società, che gestisce il servizio idrico integrato per 108 Comuni delle province di Padova, Rovigo, Vicenza, Verona, Venezia e che ha lanciato l’allarme, il truffatore ha suonato alla porta della pensionata rodigina spacciandosi per operatore. Per entrare nell’abitazione il malvivente ha detto che stava effettuando dei lavori per Acquevenete, accampando la scusa di presunti problemi di potabilità. Una volta introdottosi in casa, il truffatore ha fatto aprire il rubinetto alla signora e ha spruzzato dell’ammoniaca. Poi le ha chiesto di raccogliere in un sacchetto tutti i gioielli e 1.700 euro in contanti prima di uscire di casa. A quel punto le ha sottratto il sacchetto ed è fuggito.
A condurre le indagini è la Questura, che ha raccolto la denuncia dell’anziana. Acquevenete ricorda che «il personale tecnico non è autorizzato a proporre analisi dell’acqua, a raccogliere dati sensibili degli utenti o ad effettuare operazioni simili presso le abitazioni». L’ente gestore del servizio idrico consiglia sempre di chiamare il numero verde gratuito del servizio clienti 800991544, e di segnalare eventuali comportamenti sospetti alle forze dell’ordine.
Ma i falsi addetti non sono gli unici truffatori che stanno creando grattacapi alle forze dell’ordine. Nei mesi scorsi si sono susseguite segnalazioni riguardanti le cosiddette «truffe dello specchietto». L’auto con a bordo il truffatore affianca un’altra vettura addosso alla quale viene lanciata una manciata di sassi in modo da simulare un urto che rompe lo specchietto della macchina del malvivente. Quest’ultimo quindi scende e chiede del denaro al malcapitato automobilista, dai 100 ai 200 euro, per chiudere amichevolmente la vicenda senza coinvolgere l’assicurazione. Casi del genere sono avvenuti tra luglio e agosto a Badia, Pincara e Lusia.