Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Base e il banchiere anarchico: «Potere ricco di mistero»

- S. D’A.

Ci sono voluti anni. Poi le banche hanno iniziato a fare notizia. E i produttori, in questo caso Rai Cinema , si sono buttati nell’impresa di produrre un film dal titolo «ossimorico»: «Il banchiere anarchico», tratto da un racconto di Fernando Pessoa.

Il regista è Giulio Base. «Le banche oggi sono sempre in prima pagina — conferma Base — e prima non accadeva. Ma se chiediamo a chiunque il nome di un banchiere importante non lo sa o non sa che faccia abbia. Quindi c’è un mistero dietro questo potere che ogni giorno sta in prima pagina. Ed è questo che mi ha invogliato». Parlare di banche in Veneto significa anche parlare a chi, nel crac delle Popolari, ha perso tutto. Per Base, il cui film uscirà in autunno, «uno potrebbe o forse dovrebbe andare a vedere questo film con un carico di risentimen­to e sarebbe comprensib­ile. Non mi piacciono i film dove il regista impone la propria verità. Il giudizio è lasciato melle mani dello spettatore». Il film ha un impianto teatrale, con due soli personaggi, il banchiere e il suo amico (lo stesso Base e Paolo Fosso) e un gioco di luci che diventa quasi protagonis­ta.

Base non impone le sue idee, ma ha qualche certezza: «Che la finanza moderna è pessima perché ha voltato le spalle alla società e quindi a tutti noi. Ma non ho guardato a questo banchiere solo con occhio critico. Ho fatto lo studioso che non giudica, ma osserva».

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(Pattaro/ Vision) FrameA sinistra una scena del film «Il banchiere anarchico» di Giulio base A destra, Jennifer kent, regista di «The nightingal­e»

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