Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La caccia al killer finita in un’area di servizio
Dalla scena del delitto è scappato a piedi, attraverso i campi, mentre carabinieri e tecnici della scientifica erano ancora impegnati a capire cosa fosse successo alla sua vittima. Ma in testa aveva un piano di fuga chiaro, che comprendeva l’autostrada A4 e l’automobile di sua moglie, una vecchia Volkswagen Passat grigio perla che ha recuperato a casa della suocera.
Zoran Lukijanovic, latitante da più di un mese, ormai sapeva come non farsi trovare e ieri, quando ha messo in atto il suo piano omicida, probabilmente aveva già deciso come sarebbe terminata la sua corsa contro le forze dell’ordine: fermo alla stazione di servizio di Arino Est, l’auto parcheggiata tra l’area di sosta dei tir e il punto ristoro, quando ha visto avvicinarsi la volante blu della stradale ha prima sparato un paio di colpi in aria per intimidire gli agenti, per guadagnare appena qualche istante, poi si è infilato la canna della pistola in bocca e ha fatto fuoco di nuovo. Eppure si sarebbe spento solo a distanza di qualche ora: il proiettile non si è rivelato subito fatale, l’elicottero del Suem ha fatto in tempo a portare il suo corpo esanime fino all’ospedale di Padova, in condizioni gravissime. Lukijanovic è stato dichiarato clinicamente morto nel pomeriggio: la ferita che si era procurato troppo grave anche per i medici padovani.
Il 40enne di origine serba ieri ha raggiunto l’area di sosta autostradale intorno alle 12.30, dopo quasi settanta chilometri di fuga. Per allora la polizia stradale aveva però già avuto ordine di cercare quella vecchia automobile dal colore particolare. Lukijanovic ha preso lo svincolo per l’area di servizio e, invece di proseguire dritto verso il parcheggio auto e il punto ristoro, ha tenuto la destra, infilandosi nel park riservato ai mezzi pesanti; in quel momento l’area era quasi del tutto sgombra, solo un paio di camion fermi in sosta e nessuna telecamera (a differenza del passaggio a sinistra). Si è fermato a cavallo tra l’area tir e i primi stalli per gli automobilisti, senza farsi notare dal personale di Ristop e del distributore di benzina, che a malapena si è reso conto di quanto è accaduto. Eppure qualcuno deve aver visto quel conducente irrequieto che continuava a entrare e uscire.
La polizia l’ha raggiunto in pochissimo tempo: alla prima volante, tenuta a distanza dai
colpi d’avvertimento del fuggiasco, si sono aggiunti subito altri mezzi delle forze dell’ordine. Quando il 40enne si è sparato è arrivato anche l’elisoccorso. Solo allora, nel trambusto generale, i tanti viaggiatori e i lavoratori del punto ristoro sono usciti a cercare di capire cosa stesse succedendo.
Mentre Lukijanovic veniva portato d’urgenza in ospedale le tute bianche della scientifica iniziavano ad ispezionare la sua auto: oltre al suo giubbotto, forato all’altezza del collo, all’interno sono stati trovati piccoli cumuli di pagliericcio, tante cianfrusaglie e diverse foto della famiglia unita, della ex moglie e della figlia, che forse l’uomo ha tenuto affianco a sé durante la fuga.