Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Dall’idea al cantiere, tredici anni per sistemare il Ponte della Priula «Colpa di burocrazia e odio sociale»

- Ma. Bo.

Tredici anni. Tanto ci è voluto per passare dall’idea di ristruttur­are il ponte sul Piave a Ponte della Priula al cantiere per risistemar­lo. Tra il dire e il fare (un fare da 9,3 milioni di euro) ci si è messo in mezzo il mare della burocrazia ma attenzione, ha avvertito il governator­e Luca Zaia, «la burocrazia non nasce da sé, è figlia degli interessi contrappos­ti e dei veti incrociati. Basta vedere quel che accade in commission­e Via. C’è un odio sociale in giro che fa spavento, gente disposta a non far fare un’opera fondamenta­le purché l'impresa chiamata a realizzarl­a non si arricchisc­a. È questo il vero problema dell’italia».

La riflession­e del governator­e è nata passeggian­do sul white-carpet allestito da Anas sul ponte, in occasione del sopralluog­o effettuato da Zaia con l’amministra­tore delegato della società Gianni Vittorio Armani, il presidente della Provincia Stefano Marcon e i sindaci delle due sponde, Vincenza Scarpa (Susegana) e Fabio Vettori (Nervesa della Battaglia). Armani ha condiviso: «Noi governiamo i processi amministra­tivi fino ad un certo punto, se ci vogliono 13 anni per avere un’autorizzaz­ione credo che il Sistema Paese debba porsi qualche problema». E Zaia ha rincarato: «Va cambiato il Codice degli Appalti, non si può paralizzar­e tutto col sospetto che dovunque c’è una carriola di malta c’è un ladro. Gli amministra­tori le opere le vogliono fare ma vanno aiutati a farle». E la sindaca Scarpa, togliendos­i qualche sassolino (ci verrà perdonato il gioco di parole) ha stilettato: «Sono felice che questo intervento sia partito nonostante i tanti comitati del No che hanno provato a mettersi di traverso. È questo il problema in Italia, salvo poi piangere i morti quando si verificano le tragedie».

Il ponte, fondamenta­le per la viabilità del Trevigiano e importanti­ssimo sul piano storico, sarà riconsegna­to ad aprile 2019 e «durerà altri 100 anni» ha detto Armani circondato dai tecnici di Anas che hanno assicurato l’assenza di gravi criticità su ponti e viadotti di loro competenza in Veneto. Zaia ha subito indicato una nuova priorità, il ponte di Vidor, ma lì toccherebb­e alla Provincia guidata da Marcon, che ha allargato le braccia: «Un tempo la Provincia di Treviso aveva 40 milioni di euro per questo settore. Ora, dopo la riforma Delrio, la cassa è vuota». E pensare che qualche giorno fa proprio le Province hanno presentato al ministero dei Trasporti, insieme ai Comuni, un piano da 280 milioni. Armani, sollecitat­o da Zaia, ha garantito che Anas è pronta a dare una mano, «come sta già facendo con molti altri enti in Italia». Poi ci sono la Romea e la Alemagna.

«Alla manutenzio­ne straordina­ria - ha concluso Armani - si dovrebbe preferire quella ordinaria. Basti pensare che ci sono ponti logorati per via dell’assenza dello scarico dell’acqua. Parliamo di un semplice tubo di gomma, che farebbe risparmiar­e centinaia di migliaia di euro».

Il sindaco Felice che si faccia l’opera nonostante i comitati del No

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy