Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La scomparsa di Scimone Il sindaco: «Una perdita per il mondo intero»

- Silvia Moranduzzo

La porta di legno è socchiusa, i mormorii sono pacati e rispettosi. La piccola folla si raduna attorno al feretro dove giace il maestro Claudio Scimone. La camera ardente è allestita al piano terra della sua casa in piazzale Pontecorvo a Padova, proprio a fianco alla sede dei Solisti Veneti. A leggere un passo del Vangelo è don Gianandrea Di Donna, sacerdote del Duomo. Ad ascoltare ci sono Leopoldo Armellini, direttore del Conservato­rio di Padova, Sergia Jessi, vedova di Angelo Ferro, il pianista Alessandro Cesaro, Paolo Giaretta, ex senatore del Partito Democratic­o e vicepresid­ente dell’orchestra di Padova e del Veneto (Opv), Federico Bano, presidente dell’omonima fondazione, il violinista Lucio Degani. Verso le sette di sera arriva anche il

sindaco di Padova, Sergio Giordani, che scambia due parole con la vedova Scimone. «È una perdita importante per il mondo intero – afferma il sindaco –. Una persona straordina­ria, merita che la sua città lo ricordi. Non so ancora cosa faremo ma è certo che troveremo il modo di onorare la sua memoria».

Giordani si rammarica del fatto che il maestro non abbia potuto vedere nemmeno l’ufficialit­à del progetto dell’auditorium, un sogno che Scimone portava avanti da anni e che, purtroppo, non vedrà mai realizzato. «L’auditorium dovrà portare il suo nome – dice categorico Armellini –. È il minimo che si possa fare». La domanda che circola nell’ambiente è chi raccoglier­à l’eredità così importante del maestro. A dirigere i Solisti sarà Uto Ughi ma voci affermano che l’eredità artistica potrebbe passare al direttore d’orchestra Alvise Casellati, figlio del presidente del Senato Maria Elisabetta, nonostante si occupi più di musica dell’ottocento che del Settecento. «Non penso si possa parlare di eredità unica talmente grande è il suo lavoro – sostiene Armellini – Claudio era una persona singolare, aveva la capacità di precedere di dieci anni l’evoluzione della musica. Qualsiasi confronto sarebbe inadeguato».

«Era una persona unica e i suoi musicisti hanno voglia di continuare il suo percorso» dice Giaretta. Il maestro verrà ricordato anche da France Musique, la radio nazionale francese: la prossima settimana il programma “Arabesque” sarà interament­e dedicato a lui, come anche il concerto del 13 ottobre a Marsiglia che si inserisce in un fine settimana in omaggio al flautista Pierre Alain Mariaux, che ha suonato con Scimone. Oggi alle dieci si tengono i funerali alla chiesa Eremitani durante i quali la famiglia chiede di non applaudire. Suoneranno i Solisti Veneti al completo e si comincerà con l’«ultima primavera» di Edvard Grieg per passare alle «Meditation» da «Thaïs» di Massenet e all’ave Maria cantata dal tenore Aldo Caputo, e una sinfonia di Albinoni suonata dall’oboista Rossanna Calvi. Il maestro sarà poi cremato e seppellito nella cappella di famiglia nel Cimitero Maggiore di Padova.

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La camera ardente Sopra il sindaco Sergio Giordani alla camera ardente per Scimone (Bergamasch­i)

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