Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Professioni sanitarie, Verona batte Bo
Cala il numero di iscritti al test di Padova, gli studenti puntano all’ateneo scaligero
Il test delle professioni sanitarie (fisioterapia, ostetricia, logopedia, infermieristica ecc) chiamano in Veneto 6.407 candidati per 2.151 posti, vale a dire 130 domande in meno a fronte di 105 posti in più. E dal confronto con il test dell’anno scorso emerge anche un altro dato che vede l’ateneo di Verona preferito a quello padovano. Se al Bo infatti gli aspiranti infermieri passano da 4.272 a 3.926 (-8,1%), a Verona salgono da 2.265 a 2.484 (+9,5%).
Dopo Medicina, ecco le Professioni sanitarie. Scatta oggi il test d’ingresso ai corsi di laurea triennali delle Università di Padova e Verona che preparano infermieri, fisioterapisti, ostetriche e molti altri profili di area sanitaria: in Veneto sono attesi 6.407 candidati per 2.151 posti, vale a dire 130 domande in meno a fronte di 105 posti in più.
E dal confronto con il test dell’anno scorso emerge anche un altro dato, che riguarda il flusso di aspiranti infermieri nei due atenei del Veneto. A Padova, dove i corsi di laurea disponibili sono 16, le candidature sono scese da 4.272 a 3.926 (-8,1%), con un rapporto di domande per posto pari a 3,2 (in linea con il dato nazionale); Verona, che invece offre 10 corsi, sale da 2.265 a 2.484 domande (+9,5%) e registra dunque un rapporto pari a 2,7.
Stando ai dati elaborati dalla Conferenza nazionale Corsi di laurea Professioni sanitarie, dunque, Verona guadagna più o meno lo stesso numero dei candidati persi da Padova e consente al Veneto di contenere il calo delle domande, fermo al -2% contro il -7% del dato nazionale.
La migrazione da Padova a Verona si può spiegare con il tasso di accesso più elevato. E Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina all’università di Padova, la prende con filosofia: «Penso che si tratti di semplici fluttuazioni, non di uno spostamento territoriale, anche perché a Padova i candidati sono in eccesso rispetto ai posti disponibili. Non siamo preoccupati, anzi siamo contenti di come stanno andando i nostri corsi e dall’anno prossimo apriremo anche un nuovo corso in Riabilitazione psichiatrica. Il dato dice che c’è una competizione e che quindi faremo del nostro meglio per essere all’altezza». Albino Poli, presidente del corso di laurea in Infermieristica all’università di Verona, sceglie la strada del fair play: «Padova ha una base più ampia, un maggior numero di corsi e una tradizione più lunga, ma noi siamo contenti della nostra costanza e anche di qualche aumento, che riguarda soprattutto i corsi in Fisioterapia e Tecnico della prevenzione. La preparazione dei nostri studenti è dimostrata dall’alto numero di laureati che vincono i concorsi. E poi una ricerca ha dimostrato che le conoscenze dei nostri studenti sono indipendenti dal loro ceto sociale di provenienza: significa che i corsi sono strutturati bene, per consentire a tutti di raggiungere gli stessi obiettivi».
I posti messi a bando sarebbero anche di più, se lo scorso luglio il ministero della Salute non avesse decurtato le proposte avanzate dai due atenei: il caso più eclatante riguarda Padova, scesa da 914 posti a 876. Per quanto riguarda il rapporto tra domanda e offerta, a Padova la sproporzione più evidente riguarda Fisioterapia, dove ci sono ben 1.182 candidati per 100 posti; molto gettonati anche Logopedista (301 candidati per 30 posti), Ostetrica (278 candidati per 36 posti), Terapista della Neuropsicomotricità (130 candidati per 15 posti) e Tecnico di laboratorio (109 candidati per 22 posti). A Verona, dove il numero di posti è uguale o leggermente inferiore, spiccano di nuovo Fisioterapista con 862 domande e Logopedista con 206.