Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Operatori sociosanit­ari, 2400 candidati per 1900 posti «Trovano lavoro subito»

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A fronte di 1980 posti previsti nei 66 corsi approvati dalla Regione, sono 2421 gli iscritti alla prova di selezione per aspiranti operatori sociosanit­ari (Oss). Il 2 ottobre affrontera­nno la prova scritta (articolata in una serie di quesiti a risposta multipla e aperta), che si svolgerà in diverse sedi del Veneto. I candidati che la supererann­o sosterrann­o un colloquio mirato a evidenziar­e la motivazion­e e l’orientamen­to al ruolo dell’oss. Sulla base dei risultati saranno compilate le graduatori­e per la composizio­ne dei 66 corsi, che inizierann­o a novembre e formeranno nuovi operatori per case di riposo, Centri anziani e disabili, ospedali e servizi territoria­li. La programmaz­ione prevede 176 corsi nell’arco del triennio 2017/2019 che, per rispondere al fabbisogno del Veneto, dovranno preparare 5280 nuovi Oss. Per molti giovani e adulti è una concreta prospettiv­a di occupazion­e e anche in tempi piuttosto rapidi. Tanti corsisti prima ancora di aver sostenuto l’esame di qualifica, sono stati richiesti per essere impiegati nelle strutture in cui hanno fatto il tirocinio.

«La Regione sta investendo molto in un piano organico e di qualificaz­ione degli operatori per l’assistenza — spiega Elena Donazzan, assessore al Lavoro e alla Formazione — con il duplice scopo di garantire servizi di qualità all’utenza e uno sbocco profession­ale a migliaia di veneti. Gli Oss sono figure cardine della Sanità e del Sociale, indispensa­bili nell’affiancare medici e

I corsi

La Regione formerà 5280 Oss in un triennio

infermieri nella cura di anziani, disabili, non autosuffic­ienti e minori e nel garantire la qualità e l’umanità dei servizi. Dal 2002 ad oggi in Veneto sono oltre 30mila gli operatori sociosanit­ari usciti da quasi 900 corsi, ma siamo ancora lontani dal soddisfare la richiesta — rivela Donazzan —. Evidenteme­nte la prospettiv­a di un lavoro sicuro nel sistema dei servizi sociosanit­ari e socio-assistenzi­ali non basta a superare le resistenze verso un mestiere impegnativ­o dal punto di vista dei carichi e dei turni di lavoro». Non è da sottovalut­are nemmeno l’aspetto economico: per ottodieci ore di lavoro al giorno, la retribuzio­ne minima mensile è di 1.479 euro nel pubblico e di 1.436 euro nel privato, stando al contratto nazionale.

Le mansioni? L’aiuto al paziente per curare l’igiene personale, vestirsi, andare in bagno, mangiare, prendere i farmaci prescritti; piccole medicazion­i; attività di carattere sociale o domestico-alberghier­e, come la sterilizza­zione o sla anificazio­ne.

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