Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Legionella, malata in migliorame­nto Controlli a tappeto

L’usl setaccia la casa e i luoghi della 61enne

- Natascia Celeghin Nicola Chiarini

Resta ancora da chiarire dove possa avere contratto l’infezione la 61enne rodigina positiva alla legionella. La donna, residente in centro storico nel capoluogo, è ricoverata in Oncologia al «Santa Maria della Misericord­ia» e starebbe rispondend­o bene alle cure per contrastar­e l’infezione. In parallelo l’usl 5 «Polesana» sta continuand­o a tappeto con le verifiche per capire dove la paziente possa essersi infettata.

«Stiamo operando secondo i protocolli previsti — assicura il direttore sanitario dell’usl, Edgardo Contato — Abbiamo completato l’indagine epidemiolo­gica dentro l’ospedale. Domani (oggi, Ndr) i tecnici del Dipartimen­to di sanità pubblica faranno verifiche ulteriori nei luoghi frequentat­i dalla signora, compresa la sua abitazione».

Per tirare le somme serviranno alcuni giorni e i risultati saranno comunicati con tempestivi­tà. «I campioni microbiolo­gici saranno analizzati nei tempi tecnici strettamen­te necessari — continua Contato — Sulla base dei risultati si faranno le valutazion­i finali. Comunque non c’è ragione di allarmarsi, perché si opera secondo percorsi sperimenta­ti e validati scientific­amente».

Invita alla tranquilli­tà anche il sindaco Massimo Bergamin. «Appena ricevuta l’informazio­ne ci siamo attivati, ma al momento non risulta necessità di interventi particolar­i» spiega.

Sereno pare anche il presidente provincial­e dell’ordine dei medici, Francesco Noce, che comprende la preoccupaz­ione dei cittadini, dopo l’esplosione di casi nella vicina Brescia dove sono 26 le infezioni accertate cui si affiancano oltre 200 accessi ai Pronto Soccorso per polmoniti sospette. «La legionella non si trasmette da persona a persona, né bevendo l’acqua — sottolinea Noce — è giusta e doverosa la vigilanza delle autorità sanitarie, ma è doveroso non creare allarmi infondati. La legionella si cura con normali terapie antibiotic­he. Ovvio, può colpire in modo più pesante persone già debilitate da altre patologie più gravi».

Un punto di contatto con la febbre del Nilo che pure tende a colpire con maggiore durezza persone con difese immunitari­e

” Contato (Usl) Le analisi a tempo di record Dopo gli esiti valutazion­i finali

diminuite. Sul fronte virus West Nile in Polesine, dichiarata dal ministero della Salute zona endemica, resta fermo da giorni a 42 il numero dei contagiati dalla puntura di zanzara del genere «Culex», l’insetto responsabi­le della trasmissio­ne. Tre i decessi registrati. La prima a spirare è stata Rachida Ouarga 58 anni, di origini marocchine residente a Trecenta, la seconda vittima è stata l’adriese 91enne Marcella Sega e l’ultima la professore­ssa di inglese in pensione Rosa Ceruti, 84 anni, di Rovigo. Tutte e tre le donne scontavano gravi condizioni di salute pregresse.

” Noce (Medici) Stop allarmismi, infettarsi non è così semplice Malati gravi a rischio

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La caccia al contagioI tecnici della Sanità pubblica stanno cercando di capire se la donna si sia infettata fuori o dentro l’ospedale

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