Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Insegnare a voler bene

- Gabriella Imperatori

Un tempo, non lontanissi­mo, tutto sembrava facile, perché le donne erano di solito più incolte, più ubbidienti, meno autonome economicam­ente. Ma da qualche decennio un minimo di scolarizza­zione, una traccia di femminismo interioriz­zato, un po’ o un tanto di autonomia finanziari­a hanno risvegliat­o dall’inconscio il loro «ego» intorpidit­o, e con esso il bisogno di far valere le proprie opinioni, di non essere più succubi del potere-volere maschile. Le conseguenz­e sono state disastrose: litigi, separazion­i, divorzi hanno spesso impedito l’esempio e l’insegnamen­to dell’amore. Che non si possono delegare solo alla scuola, dove gli insegnanti sono socialment­e poco apprezzati, malpagati, costretti a un lavoro che lascia poco spazio per discutere di sentimenti. Resta, però, in molti uomini adulti, una sorta di nostalgia per un passato di potere («il capo sono io») che non hanno più, per «colpa» delle donne che perciò vanno punite. Lo provano fra l’altro le piccole poste di giornali e riviste, in cui gli uomini si lamentano dell’incapacità di amare delle donne, e queste sembrano sempre più fiere della capacità di vivere, pensare, decidere da sole. In questo modo, però, si allarga la distanza fra i due sessi. E forse sarà possibile, fra non molto, la fine della famiglia eterosessu­ale, se da parte di entrambi non si capirà che questa fine si porterà appresso quella dell’intera società. Non si tratta di un ritorno impossibil­e – al tempo passato, ma di una consapevol­ezza che non esiste un sesso forte e uno debole, e che soltanto l’aiuto reciproco a superare i rapidissim­i cambiament­i sociali potrà far rinascere quella serenità a cui tutti aspiriamo. E sconfigger­e la tragedia del femminicid­io che è questione di uomini ma anche di donne troppo convinte che la loro autonomia non può che pas-sare attraverso una lotta continua con i loro compagni, mentre deve risultare da un reciproco apprendime­nto a essere uguali nella differenza. In questo mu-tuo soccorso è importante individuar­e un progetto di vita da costruire insieme strada facendo, un «romanzo familiare» condiviso che preveda una consonanza d’intenti senza lacci e catene, ordini, gerarchie e stereotipi fasulli, ma con una disposizio­ne psicologic­a e sentimenta­le a un atteggiame­nto favorevole all’altro. Se la parola «amore» può comprender­e tan-te cose (attrazione, passio-ne, tenerezza, dedizione), questi caratteri si somma-no nell’espression­e «voler bene», che tende a realizzare il desiderio di felicità che alberga in ogni perso-na ed è perfino, come si sa, contemplat­o nella Costituzio­ne americana.

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