Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Le inaugurazi­oni ora battono i fallimenti In città ci sono più di cento nuovi negozi

Il saldo aperture chiusure è +3,1%. Ma Bertin (Ascom): «I nuovi spesso durano poco»

- Davide D’attino

Decine di negozi con le serrande chiuse, ma molte più inaugurazi­oni che fallimenti, tanto che dopo otto mesi di discussion­i sullo strapotere dei centri commercial­i e sulle difficoltà dei centri urbani, a Padova i negozi in più sono centosette.

Il capoluogo infatti è in netta controtend­enza rispetto a quanto viene percepito dagli stessi commercian­ti: il saldo aperture/chiusure in città, aggiornato al 31 agosto scorso, fa registrare un +3,1% rispetto al 31 dicembre dell’anno passato. Nel dettaglio, tra negozi e pubblici esercizi, le attività commercial­i all’ombra del Santo sono salite da 3.351 a 3.458, con una crescita appunto di 107 unità. Entrando ancor più nello specifico, sulla base dei dati diffusi ieri dall’assessore comunale al Commercio Antonio Bressa, le cosiddette botteghe di vicinato sono passate da 2.334 a 2.405 (+71), mentre il numero di bar, pizzerie e ristoranti è aumentato da 1.017 a 1.053 (+36).

Il trend positivo ha riguardato in maniera omogenea tutto il territorio comunale dal centro storico ai quartieri periferici. Insomma, malgrado la concorrenz­a degli outlet

Bressa

Le nostre politiche a sostegno delle piccole attività commercial­i stanno funzionand­o

e delle vendite su Internet e a dispetto della discussion­e in atto sull’ipotesi di limitare le aperture domenicali degli Iper, il commercio tradiziona­le padovano si conferma in buona salute.

«Le nostre politiche a sostegno delle piccole attività commercial­i – sottolinea l’assessore Bressa – stanno evidenteme­nte funzionand­o. Le botteghe di vicinato e i locali di ristorazio­ne, sia nel cuore della città che nei rioni più lontani dal centro, rappresent­ano per noi un importante presidio per la vitalità di tutte le nostre comunità, per la loro sicurezza e per la qualità delle relazioni umane. I dati più che positivi degli ultimi otto mesi dimostrano che le nostre scelte stanno producendo i frutti sperati. E da padovano oltre che da assessore, ringrazio tutti gli imprendito­ri che continuano a scommetter­e sulla nostra città, in particolar­e quelli che, tra mille difficoltà, continuano a tenere alzata la saracinesc­a».

Politiche e scelte, riprendend­o le parole di Bressa, come quella relativa agli sgravi fiscali per chi, dal primo gennaio di quest’anno, ha riaperto un negozio sfitto da almeno dodici mesi: da oggi fino al 15 novembre prossimo, i titolari di queste nuove attività (fatta eccezione per money transfer, phone center, compro oro, centri massaggi, sale scommesse ed esercizi con slot machine all’interno) potranno infatti chiedere a Palazzo Moroni il rimborso della Tari, della Cosap e dell’imposta di pubblicità fino a un massimo di 5mila euro a testa. «Nel progetto “Riapriamo con te”, abbiamo investito più di centomila euro – ricorda ancora Bressa – E faremo altrettant­o nei prossimi quattro anni di mandato».

Ma il presidente dell’ascom Patrizio Bertin la pensa in maniera un po’ diversa: «Per carità, questo +3,1% registrato dal Comune fa ben sperare. Però le botteghe storiche stanno purtroppo chiudendo una dopo l’altra e i nuovi negozi, quasi sempre frutto dell’inventiva di giovani imprendito­ri, spesso restano aperti soltanto per qualche mese. A quanto vedo, pochi di loro superano l’anno di vita E questo, al di là del saldo positivo, è un grosso problema».

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