Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Le inaugurazioni ora battono i fallimenti In città ci sono più di cento nuovi negozi
Il saldo aperture chiusure è +3,1%. Ma Bertin (Ascom): «I nuovi spesso durano poco»
Decine di negozi con le serrande chiuse, ma molte più inaugurazioni che fallimenti, tanto che dopo otto mesi di discussioni sullo strapotere dei centri commerciali e sulle difficoltà dei centri urbani, a Padova i negozi in più sono centosette.
Il capoluogo infatti è in netta controtendenza rispetto a quanto viene percepito dagli stessi commercianti: il saldo aperture/chiusure in città, aggiornato al 31 agosto scorso, fa registrare un +3,1% rispetto al 31 dicembre dell’anno passato. Nel dettaglio, tra negozi e pubblici esercizi, le attività commerciali all’ombra del Santo sono salite da 3.351 a 3.458, con una crescita appunto di 107 unità. Entrando ancor più nello specifico, sulla base dei dati diffusi ieri dall’assessore comunale al Commercio Antonio Bressa, le cosiddette botteghe di vicinato sono passate da 2.334 a 2.405 (+71), mentre il numero di bar, pizzerie e ristoranti è aumentato da 1.017 a 1.053 (+36).
Il trend positivo ha riguardato in maniera omogenea tutto il territorio comunale dal centro storico ai quartieri periferici. Insomma, malgrado la concorrenza degli outlet
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Bressa
Le nostre politiche a sostegno delle piccole attività commerciali stanno funzionando
e delle vendite su Internet e a dispetto della discussione in atto sull’ipotesi di limitare le aperture domenicali degli Iper, il commercio tradizionale padovano si conferma in buona salute.
«Le nostre politiche a sostegno delle piccole attività commerciali – sottolinea l’assessore Bressa – stanno evidentemente funzionando. Le botteghe di vicinato e i locali di ristorazione, sia nel cuore della città che nei rioni più lontani dal centro, rappresentano per noi un importante presidio per la vitalità di tutte le nostre comunità, per la loro sicurezza e per la qualità delle relazioni umane. I dati più che positivi degli ultimi otto mesi dimostrano che le nostre scelte stanno producendo i frutti sperati. E da padovano oltre che da assessore, ringrazio tutti gli imprenditori che continuano a scommettere sulla nostra città, in particolare quelli che, tra mille difficoltà, continuano a tenere alzata la saracinesca».
Politiche e scelte, riprendendo le parole di Bressa, come quella relativa agli sgravi fiscali per chi, dal primo gennaio di quest’anno, ha riaperto un negozio sfitto da almeno dodici mesi: da oggi fino al 15 novembre prossimo, i titolari di queste nuove attività (fatta eccezione per money transfer, phone center, compro oro, centri massaggi, sale scommesse ed esercizi con slot machine all’interno) potranno infatti chiedere a Palazzo Moroni il rimborso della Tari, della Cosap e dell’imposta di pubblicità fino a un massimo di 5mila euro a testa. «Nel progetto “Riapriamo con te”, abbiamo investito più di centomila euro – ricorda ancora Bressa – E faremo altrettanto nei prossimi quattro anni di mandato».
Ma il presidente dell’ascom Patrizio Bertin la pensa in maniera un po’ diversa: «Per carità, questo +3,1% registrato dal Comune fa ben sperare. Però le botteghe storiche stanno purtroppo chiudendo una dopo l’altra e i nuovi negozi, quasi sempre frutto dell’inventiva di giovani imprenditori, spesso restano aperti soltanto per qualche mese. A quanto vedo, pochi di loro superano l’anno di vita E questo, al di là del saldo positivo, è un grosso problema».