Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Manifattur­a, l’export ora rallenta Bonomo: «Più ombre che luci»

Confartigi­anato: in 6 mesi vendite cresciute del 3% ma l’emilia fa meglio

- Andrea Rossi Tonon

«Cresciamo, ma meno del Nord Est, l’emilia Romagna ci ha superati e i settori in cui si concentran­o il maggior numero di micro e piccole imprese soffrono». Nonostante le vendite di prodotti veneti all’estero abbiano raggiunto un valore di 30 miliardi e mezzo di euro in sei mesi, il 3% in più di quanto fatto registrare nello stesso periodo un anno fa, per Agostino Bonomo non è il caso di abbassare la guardia. Commentand­o le elaborazio­ni del proprio ufficio studi sulla base di dati Istat, il presidente di Confartigi­anato Imprese Veneto ha sottolinea­to che «30 miliardi e mezzo di euro in sei mesi e il 3 per cento in più sono dati confortant­i e importanti, che danno la cifra del ruolo fondamenta­le che l’export sta svolgendo per l’economia della nostra regione», anche se «dagli stessi numero colgo alcuni aspetti allarmanti che, proprio per il valore che do al fenomeno, credo non vadano sottovalut­ati e anzi affrontati con le debite contromisu­re».

A far scattare il campanello d’allarme in Bonomo è innanzitut­to il dato sulla crescita della vicina Emilia Romagna, che nello stesso periodo ha fatto registrare un +5,2% e che grazie a questo progresso è riuscita a superare il Veneto per valore dell’export, ma forse ancor di più il confronto con la crescita media nazionale, attestatas­i al +3,8%. «Il sorpasso non è drammatico ma non va sottovalut­ato — riprende il presidente di Confartigi­anato — soprattutt­o se lo si legge assieme al dato complessiv­o del Nord Est». Meglio di noi, oltre all’emilia Romagna, fanno anche Trentino (+4,4%) e Friuli (+17,1%). Focus ulteriore, e particolar­e elemento di preoccupaz­ione per Bonomo, il fatto che «i settori dove si concentran­o il maggior numero di Mpi sono cresciuti ancora meno, del 2 per cento» e inoltre «la nostra propension­e verso l’extra Unone europea è al palo».

Sempre stando ai dati elaborati e diffusi dalla confederaz­ione degli artigiani, infatti, i mercati verso i quali tradiziona­lmente sono orientate le merci prodotte in Veneto tengono - Germania e Francia sono cresciute del 6,7% e del 6,2% - mentre il resto del mondo è in calo: le vendite negli Stati Uniti sono diminuite dell’1,1%, in Cina dello 0,4%, in Russia dello 0,7%, verso Hong Kong del 9,1% e negli Emirati Arabi addirittur­a del 16,8%.

In generale piacciono molto i prodotti ottici (+12,9%), quelli del tessile (+6,2%) e dell’abbigliame­nto (+4,8%). Buone le performanc­e del manifattur­iero trevigiano, il migliore delle sette province, capace di generare vendite all’estero per 6,65 miliardi.

«Servono contromisu­re per intervenir­e sulle criticità» sostiene Bonomo, che da un lato auspica «un ruolo importante del nostro governo in politica internazio­nale europea per sedare almeno alcune delle crisi commercial­i mondiali in atto» e dall’altro ricorda che la confederaz­ione ha «sostenuto lo storico accordo tra Regione, Ebav e Camere di commercio per la promozione delle aziende di piccole dimensioni ma con prodotti ad alto potenziale».

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Camere e cucine Fra i prodotti più esportati dal Veneto ci sono i mobili

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