Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Gas urticante al Canova, liceo evacuato
Emergenza, ieri mattina, a Treviso: tre in ospedale. Probabile la bravata, scattata la caccia al colpevole
Otto del mattino. La campanella suona, gli studenti cominciano ad entrare. Un ragazzo tossisce. Poi due, poi cinque, poi dodici studenti e due professori. Nella sede succursale del liceo classico Canova tutti si guardano intorno, smarriti, qualcosa non va. Gli intossicati hanno la gola che prude, gli occhi che lacrimano, c’è un odore acre. «Fuori tutti!» gridano docenti e assistenti scolastici. C’è un gas strano nell’aria, mai sentito, fra l’atrio dell’istituto e le scale esterne.
Ieri mattina il liceo più prestigioso del centro storico, a due passi da porta Santi Quaranta, è stato evacuato precauzionalmente per due ore: protezione civile, polizia di stato, vigili del fuoco, Suem 118, polizia locale, in dieci minuti hanno creato un enorme cordone di sicurezza lungo via Mura di San Teonisto. Seicento ragazzi si sono ritrovati nel piazzale, con tante domande e poche risposte. Ma dopo il caos e la paura l’ipotesi che si fa strada con più probabilità è quella di un bullo, una bravata, forse uno spray urticante ma non pericoloso spruzzato sugli studenti. È stato condotto ogni tipo di indagine su eventuali sostanze tossiche o anomale e alle dieci è arrivato il via libera: si può rientrare, la scuola è sicura. Dei dodici intossicati, alcuni ragazzi sono rientrati subito in classe, altri cinque sono tornati a casa con i genitori, mentre tre studentesse diciottenni e due insegnanti sono stati portati in pronto soccorso: sono stati tutti dimessi in poche ore. La dirigente scolastica Maria Rita Ventura procederà d’ufficio con una denuncia contro ignoti per interruzione di pubblico servizio: «Probabilmente è stata una bravata, ma la cosa importante è che il piano di emergenza abbia funzionato alla perfezione, la procedura rapida e meticolosa». Purtroppo non ci sono telecamere nei pressi della sede e non sono stati trovati residui, bombolette o altro: le indagini proseguono alla ricerca di chi ha seminato il panico, mandato tre compagni in ospedale e costretto la scuola a sospendere le lezioni. Ma è stata, dice la vicepreside, come una prova di evacuazione non prevista. «La collaborazione è stata ottima – sottolinea Carla Borghetto -. Dobbiamo ringraziare chi si è attivato è un bel segnale».