Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il Cittadella si mette le ali
Due rigori, doppietta di Iori e Cosenza archiviato: la corsa immacolata prosegue
Da stropicciarsi gli occhi. Tre partite, tre vittorie, sei gol fatti, nessuno subito. Numeri da promozione diretta, in tutta evidenza, quelli del Cittadella che Roberto Venturato sta traghettando per il quarto anno verso traguardi impensabili. Nulla che non si sapesse, a ben guardare. Al di là dei valori tecnici dei singoli giocatori, nella città murata sembrano esserci davvero tutti gli ingredienti per arrivare in alto, lassù in cielo, nel calcio dei giganti.
Persino con il budget più basso di tutta la Serie B, con poco più di tre milioni e duecentomila euro lordi come monte ingaggi della prima squadra, questa squadra incanta, gioca bene e si porta pure dalla sua un pizzico di fortuna. Quella che permette di sbloccare l’ostico faccia a faccia con il Cosenza tramite una spinta, per la verità parsa veniale, di un comunque ingenuo Corsi su Branca. Per Marini è rigore, per il Cosenza no, fatto sta che sul dischetto si presenta un glaciale Manuel Iori, che a 36 anni suonati sa come ci si gestisce e come si dosano forze ed energie. Gol dagli undici metri, poi si ripete qualche minuto dopo, quando l’ex Pascali commette un ingenuo fallo di mano costringendo Marini a concedere il secondo penalty di giornata, ben più solare del primo. Doppietta e dedica a moglie e figlio servite su un vassoio d’argento e tanti applausi per il capitano dai quasi 4mila spettatori che affollano il Tombolato.
Con ben 2700 abbonati in cassaforte, la crescita del club sotto tutti i punti di vista è certificata dai fatti: «Abbiamo una filosofia che portiamo avanti da quattro anni – esulta a fine partita Iori - dobbiamo crederci, ascoltare il mister e andare avanti sulla nostra strada. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile e complicata, il Cosenza gioca in modo strano e si difende tutto chiuso all’indietro. L’abbiamo sbloccata con la pazienza, non facciamo calcoli e pensiamo soltanto alla prossima partita, non facciamo voli pindarici e troppi pensieri. Se continueremo a giocare con questo atteggiamento i risultati arriveranno di sicuro».
Insomma, splende il sole sul Tombolato, con una squadra che gioca a memoria, che inserisce nuovi acquisti come Drudi e Proia senza che si noti la minima difficoltà di adattamento al sistema di gioco, che copre gli infortuni gravi come quello di Scaglia con un Adorni sontuoso, che muove le pedine sullo scacchiere come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Una traccia definita, che continua a regalare soddisfazioni in serie, che conferma la bontà del lavoro societario di Stefano Marchetti, ancora una volta impareggiabile scopritore di talenti a basso costo.
Difficile dire se, in un quadro simile, a fine anno sarà Serie A. Ma tutti gli indizi da tempo convergono in un’unica direzione e, prima o dopo, potrebbero spalancare le porte del paradiso. Nel frattempo ci si gode il momento, in attesa dello Spezia, appuntamento al buio con la gloria fissato fra sette giorni al Picco. Per stupire ancora.