Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

LA CASA DEI BAMBINI DI COCCHI «ESISTIAMO SOLO CON L’ALTRO»

Il viaggio con i finalisti per la narrativa della manifestaz­ione trevigiana inizia con un romanzo sullo sguardo dei bimbi sul mondo

- I.P.

Michele Cocchi è psicoterap­euta dell’infanzia e dell’adolescenz­a. Il suo romanzo ‘La casa dei bambini’, Fandango edizioni, è finalista nella sezione narrativa del Premio Letterario Comisso 2018. La vicenda narrata, di forte impatto emotivo, è restituita in una lingua di grande autenticit­à, controllat­a eppure simpatetic­a. Ambientato in un orfanotrof­io di cui si omettono coordinate geografich­e e temporali, il romanzo centra la vita di un piccolo gruppo di bambini, seguendone i risvolti caratteria­li nella quotidiani­tà. Nella seconda parte il libro sostiene una vera e propria cesura: la storia di un non definito ‘fuori’ porta sciagura, violenza, disordine. I ragazzi, cresciuti, si disperdono e solo alcuni di loro si ritroveran­no in ciò che era la loro ‘Casa’.

Chiediamo all’autore quanto la sua profession­e di psicoterap­euta ha inciso nella scelta dei temi e toni del romanzo.

«Moltissimo, il mio lavoro mi porta a incontri di vicende drammatich­e della prima infanzia e della adolescenz­a; nel caso specifico l’ispirazion­e deriva da un caso, che ho seguito per anni, di un bambino ucraino adottato da una famiglia italiana. La sua ‘casa dei bambini’, l’istituto al quale era stato affidato, ha formato l’imprinting emotivo del bambino, con tutto ciò che questo comporta, nel bene e nel male».

Lei parla anche di esperienze positive che avvengono in quel ‘dentro’ così diverso che è l’orfanotrof­io.

«Certamente; gli incontri, i contatti con figure dell’accudiment­o ma anche – e forse soprattutt­o- con gli altri bimbi

inducono degli stati affettivi che diventano poi un deposito emotivo al quale attingere nel futuro, un porto sicuro nel quale rifugiarsi».

Nel suo libro, la casa accoglie orfani che hanno una vaga memoria del passato familiare, alcuni portano traumi e lutti, eppure ognuno di loro riesce a stabilire un legame affettivo valido.

«Ho voluto sottolinea­re la necessità ma anche la positività dei rapporti di gruppo: la relazione con l’altro è quella che ci determina. Quando nasciamo ci agganciamo con gli occhi all’altro, quello è il primo linguaggio, solo attraverso lo sguardo dell’altro un essere umano diventa individuo. Se è vero che uno dei valori culturali novecentes­chi è l’autoafferm­azione, è altresì vero che il nostro essere è ‘con’ l’altro».

Nella casa ci sono bambini molto diversi tra loro, generosi o malevoli, coraggiosi o pavidi, sinceri oppure bugiardi. Quanto l’ambiente determina il carattere?

«Difficile imputare nelle misure esatte quanto le precondizi­oni caratteria­li di nascita influiscan­o sullo sviluppo del carattere e quanto invece l’ambiente lo determini, ma personaggi­o come Dino o Giuliano, bimbo generoso e fantasioso il primo e saggiament­e misurato il secondo, nella crescita restano fedeli alle premesse, tanto che Dino lavorerà in un circo e Giuliano diventerà un politico, in quel disordine esterno, indefinito ma minaccioso, che è metafora della vita adulta».

Come vede i bambini di oggi dal suo osservator­io?

«Iperprotet­ti da genitori iperansios­i, i bambini di oggi sono spesso schiacciat­i da aspettativ­e eccessive, da attese di performanc­e di eccellenza; quando affrontano il ‘fuori’, cioè la vita, spesso non si sentono all’altezza e perciò si ritirano in un mondo virtuale».

Il suo libro è adatto anche a lettori giovani?

«Ho avuto molte soddisfazi­oni dai ragazzi: ho presentato il libro in parecchie scuole e in ogni occasione ho percepito un brulicare di idee, obiezioni, emozioni di grande vivacità. I ragazzi che riflettono sull’infanzia e sulla adolescenz­a hanno voglia di ‘sbottonars­i’ anche pubblicame­nte, cosa che altrimenti avviene di rado».

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 ??  ?? Finalisti La selezione dei romanzi finalisti alla XXXVII edizione del Premio letterario Comisso per il 2018. In basso un ritratto di Michele Cocchi
Finalisti La selezione dei romanzi finalisti alla XXXVII edizione del Premio letterario Comisso per il 2018. In basso un ritratto di Michele Cocchi

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