Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Una 18enne veronese prima fra i Giovani

Il racconto di Elettra Solignani «Con i mattoni» dedicato all’anoressia

- F.vis.

Elettra Solignani di Verona, 18 anni, ha vinto il Premio Campiello Giovani, conquistan­do la Giuria dei Letterati, presieduta da Carlo Nordio, grazie al racconto Con i mattoni, che parla di anoressia. «Spero la scrittura possa diventare il mio mestiere - dice, emozionata -. Non speravo davvero di vincere, questo è il primo racconto che scrivo. E gli altri cinque ragazzi finalisti, che ho conosciuto in questi mesi, sono tutti speciali».

Elettra ha scelto il tema dell’anoressia, dividendo i capitoli della sua narrazione in lettere dell’alfabeto. «Non una storia autobiogra­fica - rivela - .

Parlo dell’anoressia, ma anche di altro che riguarda l’adolescenz­a, come amore e amicizia. Ho scelto l’escamotage di dividere in lettere dell’alfabeto, per essere originale e farmi notare tra i tanti che partecipav­ano… I miei scrittori di riferiment­o? Tra i classici senz’altro Salinger, di cui ho amato molto Il giovane Holden. Tra i contempora­nei Carlos Ruiz Zafon. Ma il mio stile non assomiglia né all’uno né all’altro». Come hai scoperto di essere stata scelta tra i finalisti del Campiello Giovani? «L’ho saputo su whatsapp tramite un articolo che ha postato un mio amico, è stata una grossa sorpresa e una gioia».

Elettra frequenta la quinta liceo scientific­o all’angelo Messedagli­a di Verona. Perchè uno scientific­o? «Ho pensato mi avrebbe dato più opportunit­à poi nella scelta dell’università». Un giovane talento della scrittura, quello di Elettra Solignani, con profondità e originalit­à creativa, spiccata subito tra tutti gli altri. Ecco che cos’ha detto la giuria sul libro della vincitrice, motivando il premio: «Una ragazza comincia una dieta che diventa, lentamente, una discesa agli inferi. In un crescendo di fasi che vengono raccontate come il più cupo dei sillabari, la giovane precipita nell’anoressia, isolandosi da tutti, anche da chi amava e l’ha amata. Il racconto di Elettra Solignani colpisce per la capacità di descrivere, apparentem­ente dall’interno, uno dei più gravi e sconvolgen­ti problemi dell’adolescenz­a con mirabile lucidità e al tempo stesso in una forma narrativa – quella dell’alfabeto – insolita e nel complesso efficace. Il ritmo spezzato delle voci di questo piccolo glossario dell’abisso conferisce una paradossal­e leggerezza a un contenuto che leggero non è»».

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Narrazioni Elettra Solignani, 18 anni, veronese

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