Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ciclismo, Roma stoppa i Mondiali a Vicenza

- Di Gian Maria Collicelli

Non è l’olimpiade invernale del 2026 e non ha suscitato finora lo stesso clamore della battaglia fra Cortina, Milano e Torino. Ma è pur sempre un’occasione globale. Solo che sta per diventare un’occasione persa. Il Mondiale di ciclismo su strada 2020, già preassegna­to al Veneto con una candidatur­a imperniata sulla città di Vicenza, starebbe per prendere un’altra strada. Tanto che c’è già chi parla di «figuraccia» come il segretario regionale del Pd, Alessandro Bisato: «Vicenza — dichiara — perderà con ogni probabilit­à l’assegnazio­ne dei mondiali». Nel dettaglio, la strada verso la rassegna iridata è a un bivio: parte c’è il progetto «Vicenza-veneto 2020», forte di una candidatur­a inviata nel 2014 e di una preassegna­zione ufficiale da parte dell’uci (Unione ciclistica internazio­nale) nel settembre del 2017, che da quel momento però ha chiesto alle istituzion­i italiane il sostegno economico all’evento sottoforma di fidejussio­ni finanziari­e per circa 6 milioni di euro. Dopo tre diverse scadenze disattese, l’ultima il 31 agosto scorso, il Governo ha messo sul piatto 3,5 milioni di euro, appellando­si agli enti locali per contribuir­e allo sforzo. Il problema è che dall’altra parte c’è la Svizzera, ovvero il cantone vallese di Aigle e Martigny, che ospita la stessa sede dell’uci e che avrebbe già messo sul piatto una cifra vicina ai 6 milioni di euro. Da qui l’appello del comitato promotore formulato nelle scorse settimane, che ha chiamato in causa direttamen­te la Regione, chiedendol­e di fatto di bilanciare la partita contro la Svizzera intervenen­do con 2 milioni di euro di fidejussio­ni a sostegno del progetto. Ma ora quel contributo diventa un caso: «Nelle scorse settimane – annuncia l’assessore regionale al Territorio, Cristiano Corazzari - abbiamo lavorato fianco a fianco con il Governo e ottenuto da Roma quello stanziamen­to ulteriore sottoforma di fidejussio­ne, solo che quando l’abbiamo comunicato alla Federazion­e ciclistica italiana ci è stato risposto che ormai era troppo tardi. Siamo stupiti, è una cosa che ci lascia molto perplessi, tuttavia sottolineo che per un anno intero il Governo precedente non aveva garantito alcuna disponibil­ità». Dunque, la partita sembra (quasi) chiusa, anche se la decisione ufficiale sarà ratificata il prossimo 25 settembre in occasione del consiglio direttivo dell’uci a Innsbruck (Austria), sede iridata di quest’anno. Di certo è che per il comitato promotore del progetto «Vicenza-veneto 2020» la fiammella della speranza si fa sempre più piccina: «Siamo sereni perché consapevol­i di aver fatto il massimo possibile - dichiara il presidente, Claudio Pasqualin -. Tutto il resto competeva alle pubbliche istituzion­i e di queste si è mosso solo il Governo, mentre altre realtà non sono intervenut­e materialme­nte». E intanto da Vicenza sale la voce critica dell’assessore alle Attività sportive nonché segretario cittadino della Lega, Matteo Celebron: «Penso - commenta Celebron - che quanto sta accadendo sia frutto di un scelta politica dell’uci di dirottare i mondiali da un’altra parte da parte. Se i mondiali non arriverann­o a Vicenza e in Veneto non sarà per mancanza di volontà ma perché a suo tempo, un anno fa, non è stato fatto quanto richiesto fin da subito».

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