Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nata tetraplegica, 5 milioni per Eleonora
Rovigo, condannate Usl e ginecologhe. Cifra record in Italia. Il papà: ora una casa
Il tribunale ha condannato l’ospedale a risarcire Eleonora, nata tetraplegica.
Arriva la condanna civile da 5,1 milioni all’usl 5 di Rovigo, alle assicurazioni Lloyd’s di Londra e «Am Trust Europe Ltd» ed a due ginecologhe nella causa di risarcimento danni per la nascita all’ospedale rodigino, il 3 dicembre 2008, di una bambina poi rimasta cieca e tetraplegica. La cifre decise con la sentenza di ieri del giudice civile rodigino Pierangela Congiu sono altissime.
Condannati in solido l’azienda sociosanitaria polesana e le due ginecologhe Dina Paolo Cisotto (ora in pensione) e Cristina Dibello al pagamento di quasi 4,7 milioni di euro alla bambina, 2,8 dei quali come danno patrimoniale. A questa cifra vanno sommati 402.853 euro a favore della madre, sempre in solido tra Usl 5 e le due professioniste. Condannate anche le due compagnie di assicurazione, per le quali il giudice ha deciso un risarcimento fino a 5 milioni per l’usl 5 e fino ad un milione per le due ginecologhe.
Questo significa che in sostanza saranno quasi certamente Lloyd’s e Am Trust Europe Ltd a pagare il risarcimento da oltre 5 milioni, pur restando Usl 5 e le due ginecologhe responsabili in solido. Inoltre, nella sentenza il giudice Congiu definisce i due medici «responsabili in egual misura delle gravissime lesioni all’integrità fisica delle quali è affetta la bambina».
Sono state numerose le trasmissioni televisive nazionali sia Rai che Mediaset che hanno ospitato i genitori della bambina, che nel maggio 2014 ha incontrato Papa Francesco in piazza San Pietro. Esulta per la sentenza il legale Mario Cicchetti, che ha rappresentato la madre della bambina nel procedimento civile.
Quello deciso ieri a Rovigo «è il più alto risarcimento mai elargito in Italia», spiega il legale. Per Davide Gavazzeni, il padre polesano della bambina, «finalmente giustizia è fatta e siamo davvero felici. Ora potremo garantire cure mediche più adeguate a nostra figlia, e comprarci un appartamento più grande e più adatto alle sue esigenze». Cauto invece il direttore generale dell’usl 5 Antonio Compostella, che ricopre l’incarico dal gennaio 2016: «Ci riserviamo di esaminare la sentenza per decidere in seguito se vi sono margini per un ricorso».
Per la famiglia Gavazzeni la decisione di Paola Cisotto e Cristina Dibello, le due ostetriche dell’ospedale di Rovigo, di ritardare il parto cesareo quel dicembre del 2008 ha finito col provocare nella bambina gravissimi danni cerebrali che l’hanno resa totalmente invalida. In quelle ore in ospedale la bimba è rimasta 4 ore in asfissia totale.
Da subito la perizia dell’assicurazione dell’ospedale rodigino, svolta da Salvatore Alberico, aveva riconosciuto che i danni sono stati causati dalla «gravissima imprudenza, negligenza e imperizia» delle due professioniste che hanno seguito il parto.