Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Denunciò sprechi nelle Ferrovie Toninelli ora lo vuole nel cda

La decisione del ministro Toninelli «Ma io non avrò mai un colore politico»

- Di Francesca Visentin

La sua battaglia diventò un caso nazionale. Andrea Franzoso, veneziano, con le sue denunce portò all’arresto del presidente di Trenord. Ma per questo perse il lavoro. Ora Toninelli lo vuole nel cda della società.

Un finale degno del colpo di scena di un film. Il veneziano Andrea Franzoso, che denunciò gli sperperi di Ferrovie Nord e fece arrestare e condannare il presidente Norberto Achille per peculato e truffa, ora entra nel consiglio di amministra­zione della società.

Un annuncio a sorpresa del ministro delle Infrastrut­ture e Trasporti Danilo Toninelli su Facebook: «Franzoso per avere denunciato è stato da Ferrovie Nord prima relegato al ruolo di passacarte e poi accompagna­to alla porta scrive il ministro - . Per noi un uomo così coraggioso, onesto e con la schiena dritta dev’essere premiato. Così lo Stato dà riconoscim­enti a chi difende la legalità». Il «whistleblo­wler» Franzoso scoperchiò quel sistema di potere, soldi, corruzione e le spese pazze del suo capo, dopo quattro anni e una legge sul whistleblo­wing approvata sulla spinta del suo caso, arriva nel cda di Trenord (società lombarda dei trasporti formata al 50% da Trenitalia e al 50% da Ferrovie Nord). La dichiarazi­one di Toninelli ha già sollevato un terremoto politico: Norberto Achille l’ex presidente di Ferrovie Nord arrestato e condannato era leghista. La Lega quindi dopo l’annuncio del ministro è insorta contro M5S. Ma la nomina sembra ormai cosa fatta.

Se l’aspettava un «finale» di questo genere, dopo il suo allontanam­ento da Ferrovie Nord?

«E’ un vero colpo di scena commenta Andrea Franzoso . Dovrò modificare il finale del libro Il disobbedie­nte, in cui racconto la mia storia... Al momento però non ho ancora avuto comunicazi­one di alcuna nomina, mi è stata solo chiesta la disponibil­ità»

La preoccupa il polverone politico all’interno del governo che sta suscitando l’annuncio di Toninelli?

«Non me ne importa nulla della politica, io non avrò mai un colore politico. Sono una persona pacata e positiva, non mi interessan­o le polemiche e non voglio averne a che fare. Se mi verrà confermato l’incarico andrò nel cda di Trenord solo per lavorare e vigilare, in puro spirito di servizio, sempre dalla parte dei cittadini».

Ma quale sarà il suo compito nel cda dell’azienda di cui aveva smascherat­o ruberie, corruzione e sperperi?

«Vigilerò su chi fa il furbo e farò gli interessi dei lavoratori e dei pendolari, tenendomi fuori da tutto ciò che è politica»

Dopo la denuncia e il polverone che ne e’ seguito, lei aveva perso il lavoro a Ferrovie Nord. Si è mai sentito un eroe?

«Ho fatto qualcosa che in teoria dovrebbe essere la normalità. Mi arrabbio se mi chiamano eroe, non lo sono. Il mio gesto dovrebbe essere quello che fanno tutti quelli che si accorgono di abusi o ingiustizi­e. La domanda che mi sono fatto all’epoca è stata: salvo la mia carriera o la mia coscienza? Ho salvato la mia coscienza e vivo felice. Adesso lavoro come autore televisivo, cerco e racconto le storie di altri disobbedie­nti».

A breve la sua storia diventerà anche un libro per ragazzi, «#disobbedie­nte! Essere onesti è la vera rivoluzion­e» che andrà nelle scuole...

«I ragazzi hanno bisogno di esempi positivi. Sono proprio convinto che essere onesti è la vera rivoluzion­e»

Vigilerò su chi fa il furbo e farò gli interessi di pendolari e lavoratori. Essere onesti è la vera rivoluzion­e

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