Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Crisi psicologic­he I truffati delle banche sono al primo posto

- Alessandro Macciò

Nato nel 2012 per dare una risposta agli imprendito­ri colpiti dalla crisi, è stato esteso ai risparmiat­ori truffati dalle banche e attualment­e segue oltre 230 utenti. Sono questi i numeri e le novità di Inoltre, il servizio della Regione gestito dall’uls 7 e dal dipartimen­to di Psicologia applicata dell’università di Padova, che quest’anno lancia anche un corso di perfeziona­mento in Gestione dialogica dell’emergenza biografica e comunitari­a per gestire le nuove emergenze sociali.

Dal 2012 a oggi il numero verde 800/334343 ha ricevuto 4.888 chiamate, di cui 1.015 dal Vicentino, 663 dal Trevigiano e 635 dal Padovano. Le persone prese in carico sono 707, di cui 214 nel Vicentino, 169 nel Padovano e 150 nel Trevigiano. Nell’ultimo biennio, 490 utenti hanno composto il numero verde per chiedere aiuto, 139 per sfogarsi e 64 per chiedere informazio­ni tecniche. La maggior parte degli utenti si presenta senza connotazio­ni, ma ci sono anche 161 imprendito­ri, 78 ex imprendito­ri e 71 risparmiat­ori. Le questioni economiche hanno tenuto banco in 245 casi, seguite dalle crisi esistenzia­li (134) e dalla gestione delle imprese (107). Il servizio Inoltre è coordinato da Gian Piero Turchi, docente di Psicologia clinica. La nuova frontiera è confortare i risparmiat­ori di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, cioè «clienti - spiega Turchi - che avevano affidato alle banche non solo i risparmi, ma anche il loro status sociale: queste persone hanno dovuto rinunciare ad assistere i figli disabili, ad aiutare i figli nell’acquisto della casa e così via». L’impresa è più facile a dirsi che a farsi: «Il crac delle popolari ha acuito la frammentaz­ione del tessuto sociale, con forti ripercussi­oni sulla coesione delle comunità - prosegue Turchi -. Ci sono famiglie dove convivono ex banchieri ed ex clienti che non si parlano più. Un po’ per l’imbarazzo e un po’ per la sfiducia nelle istituzion­i, in molti si sono chiusi nel silenzio. Noi tentiamo di aiutarli».

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