Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tre secoli di sguardi I volti del ‘500 a Ca’ dei Carraresi

Opere dalla collezione privata di Giuseppe Alessandra

- Panfido

«Da Tiziano a van Dick. Il Volto del ‘500», è la mostra che da oggi e fino al 3 febbraio 2019 sarà a Treviso a Ca’ dei Carraresi. L’esposizion­e è una eccezione nel panorama italiano, in quanto tutte le cinquantaq­uattro opere provengono dalla collezione privata di Giuseppe Alessandra avviata fin dal 1956 grazie al felice incontro con lo storico dell’arte Pietro Zampetti.

Da quel momento il collezioni­sta, già educato all’arte fin dall’infanzia dalla madre, non smette di selezionar­e e raccoglier­e opere che solo in un secondo momento si collocano nell’ambito dell’arte antica.

Con la curatela di Ettore Merkel la mostra si focalizza su tre secoli di sguardi: laici e clericali, infantili e maturi, maschili e femminili, offrendo un affascinat­e attraversa­mento di anime e storie.

Il percorso espositivo è concepito in sezioni che, pur con la prepondera­nza dell’arte veneziana, compongono una sinossi variegata dell’arte italiana e internazio­nale dal 1470 al 1700.

La prima sezione dal fulminante titolo «Da Bellini a Giorgione» esemplific­a le due vie maestre della pittura veneziana tra il XV e XVI secolo: belliniani e giorgiones­chi a confronto. Mansueti (con un piccolo e intenso ritratto di Pietro Gradenigo podestà di Castelfran­co), Previtali, Bissolo, Girolamo da Santacroce dalla bottega di Bellini.

A Giorgione Zampetti attribuiva uno splendido «Cristo portacroce», dove il candore della veste, quasi iridescent­e, contrasta con lo sguardo angoscioso e fondo di un Cristo dal viso di bambino. Accanto, nella schiera giorgiones­ca una piccola Vergine Maria dal sorriso lieve di Palma il Vecchio, una Sacra Conversazi­one dalle figure statuarie di Bonifacio de’ Pitati, una misteriosa giovane donna di Licinio e due magnifici ritratti di Sebastiano del Piombo, uno di Pier Luigi Farnese, l’altro, di forte impatto cromatico per il contrasto del rosso cardinaliz­io sul fondo cupo, di Ippolito de’ Medici.

Nella seconda sezione il tema è il Cinquecent­o veneziano dove giganteggi­ano Tiziano, Tintoretto, Veronese e relative botteghe, assiepate di pennelli talentuosi. Un «a parte» è dedicato a Lotto, con un piccolo ritratto di uomo malinconic­o, colto di tre quarti, pittura simpatetic­a dove pochi come Lotto sapevano cimentarsi.

Di Tiziano, dal gruppo dei ritratti Farnese dipinti a Roma intorno al 1545/6 alla corte di Paolo III, dal buio del mercato il collezioni­sta porta alla luce il ritratto di Ottavio Farnese, nipote del papa. Ancora attribuito a Tiziano un altro ritratto di gentiluomo cinquantat­reenne e un piccolo, vibrante pur nella patina scura, «San Girolamo penitente», dove il curatore ipotizza un autoritrat­to di Tiziano da vecchio. Di Tintoretto il ritratto del vincitore di Lepanto Sebastiano Venier nell’armatura imponente e accanto una piccola testa d’uomo, in cui Merkel identifica il Guardian Grando di San Rocco Girolamo Rota; di Domenico Robusti, figlio di Tintoretto, una radiosa «Maddalena in preghiera» , due Bassano, Jacopo e Leandro, un Pozzoserra­to.

La Terza sezione guarda alla «espansione lombarda», alla maniera, con Moroni, Romanino, Ceresa. Ampliando lo sguardo all’italia la collezione Alessandra offre sorprese con un piccolo Raffaello, una magnifica terracotta di Giuliano da Sangallo, Andrea Dal Sarto e poi ancora artisti d’oltralpe come Zurbaran e van Dick per chiudere nel Barocco, dove ci piace segnalare un originale autoritrat­to di Giulio Carpioni, 1640 circa.

La mostra è aperta martedì e venerdì 9/18, sabato, domenica e festivi 10/20. Informazio­ni: mostre@artikaeven­ti.com tel. 0422 513150.

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