Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Trentini arroganti sulla Marmolada»

De Bernardin: su di noi i riflettori di tutta Italia, adesso si agisca Pronto a sedermi con Canazei solo se rinuncia alla sua funivia

- Di Marco Bonet

«Il consiglio regionale sulla Marmolada è stato un successo, una grande idea. Mi stanno chiamando giornali e tivù da tutta Italia».

E dal Governo, sponda ministero dell’interno, si è fatto vivo nessuno?

Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore, ci pensa su un attimo: «No, da Roma ancora niente. Ma siamo convinti che qualcosa si muoverà. Deve muoversi».

Il day after, in questo piccolo Comune tutto schierato a difesa della «sua» Marmolada, 1.203 abitanti (ma erano 1.322 nel 2011 e 2.507 nel 1961) decisi a non farsi strappare «la Regina delle Dolomiti» dai vicini ricchi e «speciali» del Trentino, è di euforica energia, una gran voglia di rivincita. Canazei avrà pure l’autonomia ma ora Rocca ha dalla sua il Veneto, arrivato fin sui monti a fare la voce grossa.

«Chiedevamo un gesto eclatante e anche il tempo, tanto sole e poco vento, è stato dalla nostra».

Non rischiate di illudervi?

«Lo sappiamo tutti che non sarà il consiglio del Veneto a cambiare le sorti di questa storiaccia dei confini, non abbiamo mai detto: venite in vetta e tutto è risolto. Ma l’effetto mediatico è stato dirompente e questo serviva. Cercavamo la ribalta nazionale e l’abbiamo avuta».

Il Pd ha detto che è stata solo una «passarella» ad uso e consumo di Zaia.

«Bah, non mi pare che Zaia sia un presidente che ha bisogno di visibilità, di passerelle gliene stendono davanti talmente tante ogni giorno...».

Il sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, dice di «non capire cosa sperino di ottenere i veneti con questo siparietto. La decisione è presa e non sarà più modificata: quello era, è e sarà il confine».

«Non è così. Il confine è stato cambiato e potrà esserlo di nuovo in futuro. Lavoriamo per questo insieme alla Regione che difatti ha già presentato ricorso al Tar».

Ancora Parmesani: «Il sindaco di Rocca ha detto che faranno le barricate contro di noi. Spero parlasse di grappe barricate. Con tutto il rispetto: sono indietro anni luce in termini turistici, avrebbero solo da guadagnare a fare rete con noi e non parlo solo di impianti, parlo di promozione turistica, di accoglienz­a, di trasporti pubblici».

«Parmesani si fa forte dell’autonomia del Trentino, e la spaccia per meriti suoi. A Canazei si tengono il 95% delle tasse; noi dobbiamo mandare a Roma l’83%, che poi ci torna col contagocce. È facile per lui dire che noi siamo sottosvilu­ppati e incapaci ma noi non ci sentiamo affatto “i fratelli minori”, l’unica differenza che c’è tra noi e loro è l’autonomia».

Ma Rocca ha mai provato a passare di là?

«Nel 2013 ci fu un referendum ma non fu raggiunto il quorum (ci si fermò al 47,5%, ndr.). I miei cittadini hanno preferito restare in Veneto ed è stato meglio così perché da quel giorno siamo tornati al centro dell’interesse del nostro “piccolo Stato centrale in laguna”. Il consiglio di lunedì l’ha dimostrato».

Ma lei sarebbe disponibil­e a sedersi attorno ad un tavolo con i trentini per trovare un accordo politico anziché riprendere la guerra a colpi di carte bollate?

«Sì se al tavolo siederanno gli stessi attori istituzion­ali del 2002: i due Comuni, la Provincia di Bolzano e la Regione Veneto».

E che direbbe a Parmesani se ce l’avesse davanti?

«Gli chiederei se Canazei vuole il bene della Marmolada oppure no, da lì inizia deve partire ogni ragionamen­to tra noi. L’unesco è stata chiara: la Marmolada è entrata a far parte del Patrimonio dell’umanità per il rotto della cuffia perché è una montagna già fin troppo sfruttata. Se i trentini insistono nel fare il loro impianto di risalita, è sicuro che perderemo il riconoscim­ento e sarebbe un peccato, visto che Canazei ha appena affisso i cartelli “Comune Unesco” al suo ingresso».

Unesco a parte i due impianti non potrebbero coesistere?

«Assolutame­nte no: il nostro impianto porta 1.000 persone l’ora. Il loro ne porterebbe altre 1.800. La pista, che si chiama “Bellunese” dagli anni Sessanta e un motivo ci sarà, fatica già oggi a smaltire gli sciatori, anche perché il ghiacciaio si sta ritirando e le nuove pendenze non permettono alternativ­e. Mi spiegano questi geni trentini dove pensano di far scendere tutta la gente in più?».

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