Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I cent’anni della partigiana Severina
Ex staffetta di Piazzola. «Il mio “ufficio”? La stalla dei maiali»
Negli anni della Resistenza, il suo nome di battaglia era Italia. E il suo «ufficio», com’è lei stessa a definirlo, era la stalla dei maiali vicino alla sua vecchia casa di Marsango. Era lì che Severina Facco nascondeva i messaggi per i partigiani, dopo averli trasportati in bici nel bastone del sellino. Ieri Severina ha spento cento candeline ed è stata festeggiata nella biblioteca comunale di Piazzola sul Brenta dal sindaco Enrico Zin, dall’anpi provinciale, dal comitato patriottico e dalle associazioni combattentistiche del territorio, intonando anche «Bella ciao» senza nascondere la commozione. La storia di Severina è avventurosa e a raccontarla è Adriano, uno dei nipoti: «La zia faceva la staffetta da Cittadella a Padova e teneva i collegamenti con le forze americane. Un giorno portò a casa il pilota di un aereo americano abbattuto dall’artiglieria tedesca e che il giorno dopo si nascose nella stalla dei maiali per sfuggire ai controlli». Il ruolo di staffetta esponeva Severina a continui pericoli: «Un’altra volta - ricorda Adriano - la zia doveva portare un messaggio a Vigodarzere e si era fermata a Curtarolo in attesa della barca per attraversare il Brenta, dove il ponte era stato fatto esplodere, quando venne avvicinata dai tedeschi e dalle Brigate nere. Proprio in quel momento però arrivò la barca e mia zia corse incontro a uno sconosciuto che aveva attraversato il fiume in bicicletta, ricoprendolo di baci e abbracci. Finì che la lasciarono passare». Dopo la guerra, e dopo la morte del fidanzato caduto in Albania, Severina strinse amicizia con una facoltosa coppia di Anagni e si trasferì con loro nel Lazio, dove ha vissuto per una cinquantina d’anni. Ogni estate inoltre la famiglia allargata andava in villeggiatura a Roana, sull’altopiano di Asiago, sempre nell’albergo che proprio quest’anno ha festeggiato Severina con la banda per i suoi 54 anni consecutivi come ospite. Dopo la morte dei coniugi laziali, Severina è tornata a Piazzola sul Brenta e nel 2015 ha ricevuto la medaglia coniata dal ministero della Difesa per i 75 anni della Liberazione. «Severina - assicura il sindaco Zin - è una testimonianza per tutti noi e soprattutto per i giovani».