Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

West Nile, escalation continua Contagiato anche un minore

Quattro nuovi casi del virus in Polesine. Il 15enne, non grave, è di Lusia

- Natascia Celeghin Nicola Chiarini (altro servizio a pagina 6)

L’epidemia di West Nile continua a colpire in Polesine con quattro nuovi casi, di cui uno a danno di un quindicenn­e, primo minore a essere contagiato dal virus in Veneto. Una notizia che arriva a poche ore dal decesso di Patrizia Ghirardini, conosciuta ristoratri­ce e moglie del notissimo cuoco Tristano Lucchin, uccisa a soli 60 anni da un tumore e che, nei giorni scorsi, aveva contratto la legionella da cui era guarita.

I nuovi casi di West Nile portano a 48 i contagi accertati in provincia, secondo il bollettino medico dell’usl 5 «Polesana», a fronte di 197 casi in tutta la regione. Un trend che appare inarrestab­ile se si pensa che la scorsa settimana si era chiusa a quota 189 sebbene, secondo il bollettino della Direzione regionale della prevenzion­e dell’area Sanità, la diffusione stia iniziando a rallentare.

Colpisce il caso del ragazzino di appena 15 anni che, residente a Lusia, non sarebbe comunque in gravi condizioni. Gli altri tre casi di giornata sono distribuit­i tra Villamarza­na, dove abita l’uomo di 51 anni risultato positivo e Badia Polesine, dove le nuove vittime della puntura della zanzara «Culex», vettrice del contagio, sono una donna di 43 anni e un uomo di 49.

In nessuno tra i pazienti, tutti sottoposti­si a esami infettivol­ogici specifici, la malattia ha avuto un decorso grave, tanto che non vi è stata necessità di ricovero ospedalier­o.

Dall’inizio dell’estate, col progressiv­o incremento del caldo, aumentati anche i casi di contagio da Febbre del Nilo rispetto all’estate 2017. Il virus, oltre a manifestar­si in maniera lieve e non grave, spesso asintomati­ca su persone non aventi problemi di salute, ha colpito in maniera pesante altre persone con patologie pregresse e col sistema immunitari­o compromess­o. Quattro i decessi polesani causati dalla puntura della zanzara. In tutti questi casi vengono seguiti protocolli di profilassi e cura codificati, in ottica di controllo e prevenzion­e, al pari di quanto viene garantito per il batterio della legionella, con un solo caso di infezione — in quest’ultimo tipo di malattia — registrato nel 2018.

«La signora Ghirardini era guarita dalla legionella — ricorda Edgardo Contato, direttore sanitario dell’usl 5 “Polesana” – il decesso è da attribuire ad altre gravi patologie». La paziente, nei giorni scorsi, era stata dimessa dall’ospedale per essere seguita in assistenza domiciliar­e, secondo una prassi medica consolidat­a. Resta da chiarire dove possa essere avvenuto il contagio da legionella». Conclude Contato: «Certo è che il batterio non è stato isolato né in ospedale, né nei luoghi in cui la persona trascorrev­a la propria quotidiani­tà. Nei reparti e nelle strutture ospedalier­e c’è un controllo quotidiano e costante che garantisce sicurezza a tutti».

Intanto le esequie della signora Ghirardini domani alle 11 in Duomo dove saranno molti i rodigini che porteranno un ultimo saluto e testimonie­ranno affetto e vicinanza a Tristano e ai figli Matteo e Andrea. La famiglia da anni è l’anima del ristorante «Le Betulle» e dell’hotel «Villa Regina Margherita», entrambi in un’elegante palazzina liberty vicina alla Ztl (Zona a traffico limitato) in centro storico.

In Polesine l’ultimo decesso collegabil­e alla legionella risale al giugno 2014: un uomo di 75 anni che, malato oncologico grave, era risultato positivo al batterio. Un altro caso nell’ottobre 2009, quando una pensionata 65enne di San Martino di Venezze, era deceduta dopo aver contratto il batterio.

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Epidemie e vittime Patrizia Ghirardini, morta per un tumore e infettata dalla legionella A lato, la zanzara che trasmette il virus West Nile
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