Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
L’altra notte un nuovo colpo
Padova «capitale» delle spaccate in centro Il sindaco: «Ora basta»
Anche il sindaco, Sergio Giordani, è sbottato: «Ora basta!». Una ventina di spaccate in centro da inizio estate: una serie simile, più lunga, si ricorda nel 2014 (e per molti pesò sull’elezione di Massimo Bitonci a scapito di Ivo Rossi). Il Comune destina 200 mila euro per allarmi ai commercianti che chiedono sicurezza.
«Sono incavolato nero. La situazione è inaccettabile. Sono un commerciante anch’io ma, da sindaco, mi girano le scatole ancora di più. Stiamo facendo di tutto, grandi mostre, concerti e attività culturali dovunque, per rendere Padova sempre più bella. Poi però succedono queste stupidaggini, che per chi le subisce stupidaggini non sono. E il lavoro che facciamo viene rovinato».
Ieri mattina, all’indomani dell’ennesima spaccata ai danni di un locale del centro (l’ex Sommariva di galleria Borromeo), il primo cittadino Sergio Giordani era una furia. «Adesso basta, sto perdendo la pazienza», continuava a ripetere il sindaco, prima di convocare a Palazzo Moroni, per la terza volta nelle ultime tre settimane, i vertici delle associazioni di negozianti, baristi e ristoratori con l’obiettivo di adottare, da subito, misure concrete per difendere le attività commerciali del cuore di Padova. «Stiamo facendo tutto quello che è di nostra competenza – ha ricordato Giordani ai rappresentanti di Ascom (Patrizio Bertin), Confesercenti (Mauro Cinefra), Appe (Filippo Segato) e Acc (Massimiliano Pellizzari) – Ormai da un mese, abbiamo raddoppiato il numero di vigili in servizio notturno in centro. E poi, nonostante il blocco dei fondi del Bando Periferie deciso dal governo, abbiamo confermato l’investimento di un milione di euro per comprare nuove telecamere di videosorveglianza che, entro la fine di febbraio, aumenteranno fino a 300».
Quindi, sbollita la rabbia, il sindaco ha annunciato l’immediato stanziamento di 200mila euro per aiutare commercianti ed esercenti ad acquistare moderni sistemi antintrusione e vetrine antisfondamento: «Sosterremo le spese fino a un massimo di duemila euro per negoziante. E se serviranno altri soldi – ha promesso Giordani con a fianco l’assessore al Commercio Antonio Bressa – non esiteremo a tirarli fuori». Soddisfatte le categorie economiche: «E’ la prima volta – hanno evidenziato Bertin e colleghi – che il Comune contribuisce in maniera così sostanziosa alla sicurezza dei nostri associati. E adesso ci aspettiamo che anche le forze dell’ordine facciano la loro parte».
Già, le forze dell’ordine. Malgrado gli sforzi profusi negli ultimi due mesi, polizia e carabinieri non sono ancora riusciti ad acciuffare i malviventi che, da inizio estate, hanno messo a segno una ventina di colpi, danneggiando (tra i tanti) pure due simboli del salotto cittadino come il Caffè
” Il questore/1 Abbiamo aumentato le pattuglie in tutte le strade
” Il questore/2 Consiglio ai negozi di collegarsi alla nostra centrale
Pedrocchi e il Caffè Cavour. «La sera andiamo a letto con il terrore di essere chiamati perché sono entrati i ladri – diceva sconsolato, ieri mattina, Guido Di Marzio, titolare dell’ex Sommariva in galleria Borromeo – Mi hanno rotto la vetrina e si sono fiondati sul fondo cassa, dove c’erano circa 700 euro. E poi mi hanno portato via alcune bottiglie di champagne e vino rosso».
A fine giornata invece, dopo un incontro con le aziende di vigilanza privata, sono arrivate anche le parole del questore Paolo Fassari: «Abbiamo implementato il numero di pattuglie in strada, sia in divisa che in borghese. Il consiglio, per i commercianti, è quello di collegare gli allarmi alle nostre centrali. Al momento, infatti, quelli attivi sono appena 110». Il questore, poi, è sembrato togliersi un sassolino dalla scarpa: «Ognuno è libero di attribuire la colpa di ciò che sta accadendo a chi preferisce. Ma questa è l’ora di fare squadra per raggiungere un unico obiettivo».
Intanto, facendo un passo indietro di quattro anni e mezzo, quest’ondata di spaccate ricorda molto quella della primavera 2014, nel pieno della campagna elettorale che vedeva sfidarsi, per lo scranno più alto di Palazzo Moroni, l’allora vicesindaco reggente Ivo Rossi e l’allora senatore Massimo Bitonci. Una vera e propria raffica di furti (o tentati tali) che, secondo molti, costò la vittoria a chi allora era al governo di Padova.