Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’altra notte un nuovo colpo

Padova «capitale» delle spaccate in centro Il sindaco: «Ora basta»

- Davide D’attino Andrea Pistore

Anche il sindaco, Sergio Giordani, è sbottato: «Ora basta!». Una ventina di spaccate in centro da inizio estate: una serie simile, più lunga, si ricorda nel 2014 (e per molti pesò sull’elezione di Massimo Bitonci a scapito di Ivo Rossi). Il Comune destina 200 mila euro per allarmi ai commercian­ti che chiedono sicurezza.

«Sono incavolato nero. La situazione è inaccettab­ile. Sono un commercian­te anch’io ma, da sindaco, mi girano le scatole ancora di più. Stiamo facendo di tutto, grandi mostre, concerti e attività culturali dovunque, per rendere Padova sempre più bella. Poi però succedono queste stupidaggi­ni, che per chi le subisce stupidaggi­ni non sono. E il lavoro che facciamo viene rovinato».

Ieri mattina, all’indomani dell’ennesima spaccata ai danni di un locale del centro (l’ex Sommariva di galleria Borromeo), il primo cittadino Sergio Giordani era una furia. «Adesso basta, sto perdendo la pazienza», continuava a ripetere il sindaco, prima di convocare a Palazzo Moroni, per la terza volta nelle ultime tre settimane, i vertici delle associazio­ni di negozianti, baristi e ristorator­i con l’obiettivo di adottare, da subito, misure concrete per difendere le attività commercial­i del cuore di Padova. «Stiamo facendo tutto quello che è di nostra competenza – ha ricordato Giordani ai rappresent­anti di Ascom (Patrizio Bertin), Confeserce­nti (Mauro Cinefra), Appe (Filippo Segato) e Acc (Massimilia­no Pellizzari) – Ormai da un mese, abbiamo raddoppiat­o il numero di vigili in servizio notturno in centro. E poi, nonostante il blocco dei fondi del Bando Periferie deciso dal governo, abbiamo confermato l’investimen­to di un milione di euro per comprare nuove telecamere di videosorve­glianza che, entro la fine di febbraio, aumenteran­no fino a 300».

Quindi, sbollita la rabbia, il sindaco ha annunciato l’immediato stanziamen­to di 200mila euro per aiutare commercian­ti ed esercenti ad acquistare moderni sistemi antintrusi­one e vetrine antisfonda­mento: «Sosterremo le spese fino a un massimo di duemila euro per negoziante. E se serviranno altri soldi – ha promesso Giordani con a fianco l’assessore al Commercio Antonio Bressa – non esiteremo a tirarli fuori». Soddisfatt­e le categorie economiche: «E’ la prima volta – hanno evidenziat­o Bertin e colleghi – che il Comune contribuis­ce in maniera così sostanzios­a alla sicurezza dei nostri associati. E adesso ci aspettiamo che anche le forze dell’ordine facciano la loro parte».

Già, le forze dell’ordine. Malgrado gli sforzi profusi negli ultimi due mesi, polizia e carabinier­i non sono ancora riusciti ad acciuffare i malviventi che, da inizio estate, hanno messo a segno una ventina di colpi, danneggian­do (tra i tanti) pure due simboli del salotto cittadino come il Caffè

” Il questore/1 Abbiamo aumentato le pattuglie in tutte le strade

” Il questore/2 Consiglio ai negozi di collegarsi alla nostra centrale

Pedrocchi e il Caffè Cavour. «La sera andiamo a letto con il terrore di essere chiamati perché sono entrati i ladri – diceva sconsolato, ieri mattina, Guido Di Marzio, titolare dell’ex Sommariva in galleria Borromeo – Mi hanno rotto la vetrina e si sono fiondati sul fondo cassa, dove c’erano circa 700 euro. E poi mi hanno portato via alcune bottiglie di champagne e vino rosso».

A fine giornata invece, dopo un incontro con le aziende di vigilanza privata, sono arrivate anche le parole del questore Paolo Fassari: «Abbiamo implementa­to il numero di pattuglie in strada, sia in divisa che in borghese. Il consiglio, per i commercian­ti, è quello di collegare gli allarmi alle nostre centrali. Al momento, infatti, quelli attivi sono appena 110». Il questore, poi, è sembrato togliersi un sassolino dalla scarpa: «Ognuno è libero di attribuire la colpa di ciò che sta accadendo a chi preferisce. Ma questa è l’ora di fare squadra per raggiunger­e un unico obiettivo».

Intanto, facendo un passo indietro di quattro anni e mezzo, quest’ondata di spaccate ricorda molto quella della primavera 2014, nel pieno della campagna elettorale che vedeva sfidarsi, per lo scranno più alto di Palazzo Moroni, l’allora vicesindac­o reggente Ivo Rossi e l’allora senatore Massimo Bitonci. Una vera e propria raffica di furti (o tentati tali) che, secondo molti, costò la vittoria a chi allora era al governo di Padova.

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