Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il concorso della discordia: graduatoria mai pubblicata
Acquevenete: «Privacy» ma la società è 100% pubblica
Si presentano in 1500 per un posto di lavoro a tempo indeterminato. Sono i numeri del concorso indetto da Acquevenete, la società che gestisce la rete idrica polesana e di altri comuni veneti, per l’assunzione di 7 nuovi dipendenti per il servizio clienti.
Un esodo iniziato molti mesi fa, quando Acquevenete ha ufficialmente pubblicato il bando di gara per le nuove posizioni lavorative, ed ancora senza un finale. Ma che, tra lungaggini e malcontento, sta già rischiando di finire in tribunale. Tutto ha inizio ad aprile, quando l’azienda pubblica ufficialmente il bando di gara. Entro l’11 maggio tutti gli interessati sono invitati a spedire il proprio curriculum, verificando di avere i requisiti richiesti. Dopo l’11 maggio, però, cala il silenzio. Solo il 12 settembre Acquevenete spedisce un messaggio ai candidati ritenuti idonei, pubblicando la lista integrale.
Oltre 1500 nomi tra giovani, neolaureati, uomini e donne anche con famiglie a carico. Tra questi alcuni volti noti della politica rodigina, da Andrea Bimbatti, vicesindaco di Rovigo, a Stefano Raule, consigliere comunale di maggioranza in quota Lega. Proprio a causa del grande numero di partecipazioni, la società comunica che gli aspiranti dipendenti dovranno affrontare una prova scritta fissata per il 26 settembre. In circa 700 si presentano allo stand di «Padova Fiere» dove si svolgerà l’esame. Un quiz composto da 30 domande a crocette che supererà solo chi avrà un punteggio di almeno 21 punti. Il giorno stesso Acquevenete pubblica sul proprio sito web una nota in cui annuncia che una graduatoria «sarà resa pubblica il 27 settembre».
Ma nulla viene comunicato. Sui social network in molti iniziano a chiedere informazioni, ma dall’azienda non arrivano risposte ufficiali. Nei giorni seguenti viene reso noto che non sarà pubblicata alcuna graduatoria e che chi ha superato la prova scritta, solo 48 persone, è già stato avvertito.
Una notizia che ha scatenato molte polemiche, portando alcuni dei partecipanti a valutare la possibilità di un ricorso in quanto, ragionano, le graduatorie per un concorso pubblico devono essere note.
«Acquevenete non può pubblicare la graduatoria per questioni di privacy - spiega Piergiorgio Cortelazzo, presidente della società e parlamentare di FI - Abbiamo scelto il concorso per garantire trasparenza, ma non siamo soggetti alle regole dei concorsi pubblici». Le quote di Acquevenete sono possedute dai 108 Comuni delle province di Padova, Rovigo, Vicenza, Verona e Venezia di cui gestisce il servizio idrico. Ma la società, spiega Cortelazzo, non è un ente pubblico. «Senza la liberatoria dei diretti interessati rischiamo che qualcuno possa sentirsi disturbato da una graduatoria. La lista degli ammessi alla prova scritta è pubblica perché i partecipanti hanno dato l’autorizzazione. Noi renderemo noti solo i 7 vincitori, dopo i colloqui che faremo nei prossimi giorni».