Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ex «Maddalena» e piscine Bergamin sotto processo
Difficile vertice notturno di maggioranza sulle spine della giunta Il sindaco ha affrontato la maggioranza divisa anche sul cimitero
«Una prova per misurare lo spessore del sindaco Massimo Bergamin». La complessità della partita affrontata ieri sera dalla maggioranza, è sintetizzata da una battuta di un consigliere di centrodestra, convinto che Bergamin si giochi molto sulla vicenda ex «Maddalena», dopo il congelamento dei fondi per il recupero dell’ex ospedale da parte del governo giallo-verde.
«Credo che il sindaco dovrà valutare con i propri compagni romani ogni soluzione — osserva sempre il consigliere di maggioranza, prima della riunione — dal momento che è l’unico sindaco leghista interessato».
E su quei quasi 14 milioni di euro che non arriveranno la discussione nel vertice della maggioranza di centrodestra si è animata, nonostante le defezioni. Da quel che trapela, di fronte alla giunta presente al completo, c’erano dieci consiglieri, pur in rappresentanza di tutti i gruppi di una maggioranza che partiva da 20 unità e che oggi può contare su 17 seggi sicuri su 32. Sarebbero 6 le assenze giustificate.
Il «Maddalena», l’ex ospedale che si voleva recuperare con i fondi del Bando Periferie, è questione spinosa, a maggior ragione dopo l’approvazione nell’ultimo consiglio di una mozione che, votata con l’uscita polemica dall’aula del sindaco, chiede pressioni sul governo Conte, senza escludere l’adesione al ricorso promosso da Anci (Associazione nazinale Comuni). Opzione, quest’ultima, indigesta alla Lega.
Meno tensioni avrebbe creato la questione «Polo natatorio» che, oggi, verrà affrontata nell’udienza d’appello del Tribunale civile a Venezia. Sostanzialmente esclusa la possibilità di sentenza, si confida nel tempo supplementare di trattativa con Unipol Banca, sfruttando i 60 giorni concessi per la comparse conclusionali e i 20 ulteriori per le memorie di replica.
La speranza a Palazzo Nodari è che, mentre pende l’istanza di fallimento da parte dell’istituto di credito sul gestore «Veneto Nuoto» per il mancato pagamento delle rate del mutuo del «project financing», si possa riaprire un percorso con Bologna, mirando a un accordo economico congruo per ambo le parti e il recupero della gestione diretta dell’impianto sportivo da parte del Comune.
La convenzione, sottoscritta
Numeri incerti
Il primo cittadino sostenuto solo da 17 voti sicuri su 32
Chiosco Struttura abbandonata in piazza Merlin, atteso un report
nel giugno 2006, prevede che il Comune subentri alle obbligazioni del gestore, in caso di inadempienza verso la banca finanziatrice, appunto Unipol.
La questione del «project financing» del cimitero, invece, approderà in consiglio comunale su richiesta di 11 consiglieri (appartenenti a Pd, Lista Menon, M5S, Coscienza Comune con i dissidenti di maggioranza Alberto Borella e Daniela Goldoni). La data dovrebbe essere fissata mercoledì prossimo in conferenza dei capigruppo. In maggioranza l’ipotesi, con ogni probabilità sgradita ai proponenti, era di porre la questione non in seduta monotematica.
Altro tema divisivo, il futuro del chiosco di piazza Merlin. La maggioranza ha richiesto un approfondimento tecnico all’assessore al Patrimonio, Antonio Gianni Saccardin, per capire quale soluzione adottare, dopo il mancato rinnovo della concessione ai gestori.
Sono ormai più di tre mesi che la struttura, posizionata in uno degli angoli più caratteristici del centro storico, è abbandonata. Perderebbe quota l’ipotesi di una rimozione completa, anche per i costi rilevanti e gli inevitabili contenziosi sulle spese tra pubblico e privato. Così potrebbe essere valutata una rimodulazione del manufatto, verificando le disponibilità per una nuova gestione.