Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ma lei non si pente «Sono cattolica, la mia è stata una scelta di coscienza»
Padovani e la richiesta di lasciare: «Ora è prematuro»
«Già il Pd è alla canna del gas, mancava solo lei». Ed è uno dei più leggeri. Non deve essere stata una bella visione ieri, per Carla Padovani, quella della sua pagina Facebook. Perché i commenti sul suo «sì» alla mozione contro la 194 cavalcata dal leghista ultracattolico Alberto Zelger, sono stati pressoché univoci. E le accuse alla capogruppo in consiglio comunale del Pd sono scivolate come acqua di fonte. Dagli educati «Chieda scusa e si dimetta», si passa ai «Cosa aspetti a dimetterti? Sono certo che nella Lega ti accoglierebbero volentieri».
Ma per chi la conosce in realtà il voto di giovedì sera non è altro che una chiusa. Quella sul «Padovani-pensiero». O meglio sul «Padovani-credo». Quello che più di una volta l’ha portata su barricate opposte rispetto a quelle del suo partito. Fervente cattolica, nell’ultima campagna elettorale a marzo si è dissociata ufficialmente dal video del Pd in cui si celebrava la legge Cirinnà e parlava una coppia gay. Una, la capogruppo in consiglio comunale del Pd, che quando il sindaco Sboarina e la giunta andarono in pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Corona come voto per la loro elezione, si è aggregata al gruppo spiegando che lei è una credente e che non c’entrava nulla che quella fosse la celebrazione per la vittoria di quelli che - in teoria - dovrebbero essere i suoi antagonisti politici.
Una, la Carla Padovani, che quando i temi sono «etici» passa sopra a tutte le direttive di schieramento. E segue il suo personalissimo «credo». Quello che le fa dire che «io mi riconosco assolutamente nel Pd», ma anche che «ci sono dei principi in cui credo che vengono prima di tutto». Motiva così il suo voto di giovedì sera. «Tra quei principi spiega - c’è quello del sostegno alla vita. Che per me è imprescindibile».
Quindi lei approva in toto il testo di quella mozione che il consigliere Zelger ha presentato in aula parlando di «milioni di bambini uccisi» dalla 194 e caldeggiando il sostegno economico del Comune per le associazioni «pro vita»?
«In effetti la prefazione era un po’ tirata. Ma io ho votato a favore per la parte che riguarda il sostegno alle associazioni. La 194 è stata disattesa sul fronte della prevenzione».
Ma questo non giustifica il suo voto... «Personalmente ritengo che ci siano valori che non possono essere retaggio di qualche partito. Per quanto mi riguarda la vita va difesa universalmente e non sto a guardare di che “colore” siano le mozioni che lo fanno. So che nel Pd ci sono molte persone che condividono la mia posizione».
Non sembrerebbe, a vedere le reazioni. La Cirinnà si è detta «schifata» dal suo comportamento, molti chiedono le sue dimissioni da capogruppo...
«L’articolo 2 del codice etico del Pd parla chiaro e prevede la libertà di coscienza. Quella che io ho applicato giovedì sera. Il mio voto non deve essere strumentalizzato da nessuno. Per quanto riguarda il fatto che la mozione è stata presentata dalla Lega io rimango assolutamente anti-salviniana e sposo le posizioni del Pd, in particolare sull’accoglienza ai migranti».
Ma lei si dimetterà o no da capogruppo? «È una domanda prematura. Intanto controllerò che quando la mozione diventerà esecutiva i fondi vadano a varie associazioni, non solo a quelle vicine a Zelger e agli integralisti». Oggi in Comune a Verona si terrà una conferenza stampa delle le «donne democratiche per la 194». E lo scranno da capogruppo della Padovani è sempre più traballante.
” Sulla Lega Sono antisalviniana e continuo a esserlo, specie sui migranti