Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
COME PESA IL PIL DEGLI STRANIERI
Quella dell’immigrazio ne è divenuta una sorta di demografia ossessiva resa tale dai media e dalla politica. E la retorica oggi abbondante sull’immigrazione – sia quella ostile che quella per così dire buonista – è comunque «impotente a penetrare nell’essenza delle cose», perché la realtà sociale è sempre complicata e non si lascia ingabbiare dalle semplificazioni, politiche o mediatiche che siano.
La Fondazione Moressa di Mestre, nel presentare il suo Rapporto 2018 sull’economia dell’immigrazione, esce dalla trappola dell’accoglienza fine a sé stessa mostrando i numeri dell’integrazione reale. Una integrazione sul campo fatta di occupazione, di imprenditorialità, di redditi prodotti e di tasse pagate. Ma anche di «giovanilizzazione» di una società che invecchia e si contrae. Nel 2050 avremo perso per strada il 3 per cento degli italiani mentre gli anziani saranno aumentati di 6 milioni arrivando ad avere un pensionato per ogni lavoratore (oggi sono due ogni tre lavoratori). Ma la tendenza corre già oggi: solo nei primi quattro mesi del 2018 il Veneto è dimagrito di duemila unità, malgrado il fatto che un bambino su cinque nasca da genitori stranieri. A proposito di Veneto: i dati della Fondazione Moressa dicono che qui sono 238 mila gli stranieri occupati che producono un Pil pari a 13,8 miliardi di euro, il 9,9 per cento del Pil regionale.
Essendo gli stranieri residenti in Veneto proprio il 9,9 per cento della popolazione, potremmo dire che, in pratica, «si mantengono» totalmente. Gli imprenditori immigrati sono 60 mila, quasi il 9 per cento di tutta l’imprenditorialità veneta. Mentre i contribuenti immigrati sono 394 mila con un reddito medio annuo pro capite di quasi 15 mila euro, ovviamente inferiore a quello degli italiani di circa 8 mila euro. Versano al fisco, di conseguenza, 355 milioni di euro all’anno. E poi c’è il futuro che comunque avanza e disegna la società prossima: un futuro che corre nelle culle in cui, come s’è detto, una su cinque è occupata da figli di stranieri e corre nelle scuole, dove – in Veneto – sono ormai 92 mila gli alunni stranieri, il 13 per cento di tutta la popolazione scolastica: per il 68 per cento sono ragazzi nati in Italia ed è significativo che il Veneto presenti la più alta percentuale tra le regioni italiane.
Di fronte alla quotidiana dose di demografia ossessiva ed inquietante quella che presenta ogni anno la Fondazione Moressa è una demografia ragionata e ragionevole, supportata dai numeri e non dalle tante percezioni insofferenti, impaurite o rancorose. Certo, i numeri non rovesciano le percezioni, che essendo appunto percezioni dei numeri non sanno che farsene. Ma hanno comunque il merito di svelare il Veneto che si profila giorno per giorno attraverso le tante micro integrazioni silenziose che pure ci sono.