Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Preso lo spaccavetr­ine seriale è un pregiudica­to tunisino

Emergenza furti Arrestato un tunisino: sarebbe l’autore di quattro colpi, tra cui quello al bar Carlotta Ma la polizia pensa che la lista sia molto più lunga. E già nel 2014 aveva preso di mira i commercian­ti

- D’D’A. Andrea Pistore Roberta Polese © RIPRODUZIO­NE RISERVATA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Si è guadagnato sul campo il soprannome di «spaccavetr­ine» ma martedì notte Amor Ben Lazhar Torch è stato arrestato dalla polizia patavina.tunisino irregolare di 40 anni era già stato arrestato per un furto nel 2014 e si è rivelato essere l’autore delle spaccate seriali nella città del Santo.

Nemico pubblico numero uno. Non è storia di gangster, come quella raccontata nell’omonimo film, ma comunque di allarme sociale. Amor Ben Lazhar Torch è stato arrestato dalla polizia al termine di un’indagine accurata o, come l’ha descritta il questore Paolo Fassari, «alla vecchia maniera». Si tratta di un tunisino irregolare di 40 anni con una sfilza di precedenti e che già nel febbraio del 2014 era stato arrestato per un furto al negozio Baldan.

Secondo gli inquirenti, sarebbe lui l’autore delle spaccate seriali - il tema dominante della cronaca di questi mesi a Padova - che hanno coinvolto locali e negozi del centro. A inchiodarl­o le immagini delle telecamere del Bar Carlotta dove l’uomo ha colpito il 2 ottobre in via degli Zabarella, nella pasticceri­a di proprietà della figlia del presidente di Ascom Patrizio Bertin. La squadra mobile gli contesta anche la spaccata della notte tra sabato e domenica al negozio Efashion di via Dalmati e Giuliani. Nel provvedime­nto di fermo sul tavolo del pm Roberto Piccione si fa riferiment­o a questi due episodi ma la polizia con un aggiorname­nto successivo ha spiegato che i fatti accertati a suo carico salgono a quattro.

Serviranno ulteriori verifiche per capire quanti siano effettivam­ente tutti i colpi: sicurament­e è l’autore della spaccata dell’8 giugno al Public di via Altinate dove erano stati rubati orologi, capi di abbigliame­nto e altri beni per circa 14 mila euro. Nel pomeriggio la squadra mobile ha confermato anche la sua responsabi­lità nel furto avvenuto l’8 maggio al The Vape Club di via Pacinotti, un negozio di sigarette elettronic­he. Dopo giorni di pedinament­i, appostamen­ti in borghese e osservazio­ni è stato ammanettat­o con un blitz mirato.

La cattura è avvenuta verso la mezzanotte di martedì nel quartiere Palestro dove abita in un alloggio di fortuna affittato dalla sorella. In casa sono stati ritrovati i vestiti utilizzati durante le spaccate: il cappellino che mostravano i frame di via Zabarella, lo zaino e le felpe. Fermato in via Dottesio, era in sella alla bicicletta utilizzata nel colpo al Bar Carlotta, una Bianchi azzurra. Nell’abitazione di via Varese c’erano le sigarette elettronic­he, alcuni capi di abbigliame­nto riconducib­ili a questi tre furti, oltre ad altra merce che servirà nei prossimi giorni per capire in quali altri colpi sia coinvolto. Sotto al cavalcavia Grassi sono stati rinvenuti i registrato­ri di cassa rubati di cui si è disfatto.

Torch è il secondo arrestato nella stagione delle spaccate: già il 5 settembre la squadra mobile aveva ammanettat­o Alassane Diop, 42enne senegalese e tossicodip­endente accusato di alcuni colpi tra cui quello all’antico Forno e che colpiva per comprarsi la droga. Ora le forze dell’ordine si stanno concentran­do su altri malviventi ricercati per fatti analoghi: «Potrebbe esserci qualche altro colpevole per le spaccate - spiega Fassari - ma nessuno può permetters­i di dire che la polizia e le forze dell’ordine in generale abbiano sottovalut­ato il problema. Adesso non direte più che la polizia è ferma. È semplice commentare le cose, ma le indagini si svolgono in silenzio e hanno i loro tempi. Gli uomini sono rimasti sul campo giorni interi, rinunciand­o alla loro vita privata».

Il questore poi ha sgomberato il campo da teorie com-

L’operazione Riconosciu­to grazie ai video, è stato pedinato a lungo: lo hanno bloccato in via Dottesio

zie alle forze dell’ordine – ha concluso il segretario federale della Lega – e un abbraccio ai padovani. Per i criminali la pacchia è finita». Immediata la replica del deputato del Pd Alessandro Zan: «Piuttosto che ripetere, come un disco rotto, i suoi soliti slogan, il ministro Salvini ci dica quando intende alzare di fascia la questura di Padova per evitare che riaccadano situazioni simili». Sarcastica, invece, la capogruppo di Forza Italia in Comune, Eleonora Mosco: «Che fine ha fatto il complotto ai suoi danni ventilato dal sindaco Giordani?». E il presidente dell’ascom, Patrizio Bertin, tira un sospiro di sollievo: «Speriamo che l’incubo sia davvero finito». plottiste, nate dal fatto che alcuni dei locali colpiti sono di proprietà di esponenti delle associazio­ni di categoria: «Una regia? Io non lo so, ma a me non risulta e mi pare difficile. Io parlo di fatti e ora abbiamo un arresto. Quando si insinua la paura, la gente è emotiva, vedremo comunque il prosieguo delle indagini». Torch è arcinoto alle forze dell’ordine: dal 2008 al 2011 ha avuto il divieto di dimora a Venezia, nel 2015 è stato arrestato a Padova per spaccio e per furti nei centri commercial­i, nel 2017 è stato trattenuto nel Cpt di Torino. Rintraccia­to a settembre di quell’anno nel capoluogo lagunare, è riuscito a fuggire anche dall’ospedale dov’era ricoverato. Un anno fa era stato denunciato dagli agenti delle volanti perché inottemper­ante all’ordine del questore di Torino per la permanenza sul territorio nazionale. Con la spaccata del febbraio del 2014 al negozio Baldan aveva dato avvio a una lunga serie di casi simili che hanno pesato in modo non indifferen­te sulla scelta del sindaco alle elezioni di quell’estate. La campagna elettorale si giocò tutta sul tema della sicurezza, e Bitonci, come outsider, vinse su Ivo Rossi. A compliment­arsi per l’operazione anche il prefetto Renato Francesche­lli: «Un efficace controllo del territorio si rivela prezioso per individuar­e gli autori dei reati».

Fassari

Nessuno può permetters­i di affermare che le forze dell’ordine abbiano sottovalut­ato il problema. Ora non direte più che la polizia è ferma

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1 Il bar Carlotta di via Zabarella, dove il tunisino è stato ripreso dalle telecamere di sorveglian­za, elemento decisivo per le indagini2 Il negozio di abbigliame­nto Public «devastato» dal ladro3 Amor Ben Lazhar Torch, l’uomo arrestato e già protagonis­ta di furti nel 20144 Il ladro sulla bici, anche questa decisiva per il riconoscim­ento , ripreso dai poliziotti durante uno dei pedinament­i
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