Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ponte di Calatrava, troppe cause il Comune cambia i gradini in vetro
Troppe scivolate, troppe cause: il Comune di Venezia sostituisce otto lastre con la pietra trachite
Non c’è pace per il ponte della Costituzione, più noto a Venezia come ponte di Calatrava dal nome dell’archistar che l’ha progettato. Troppe le cadute per la scivolosità sui gradini in vetro. E troppe le cause al Comune che sostituirà 8 lastre con la trachite.
Il ponte di vetro diventa di pietra. Troppe cadute, troppe cause, troppi risarcimenti, il Comune corre ai ripari e decide di sostituire otto doppie lastre del ponte della Costituzione, mettendo da parte il vetro e usando la trachite. Potrebbe essere questo il primo passo per cambiare il caratteristico aspetto dell’arco disegnato da Santiago Calatrava che collega piazzale Roma alla sponda della stazione ferroviaria.
Del resto le «scivolate», nonostante la rugosità della superficie, sono all’ordine del giorno durante l’inverno quando pioggia e umidità rendono scivolosi i gradini, il cambio di passo («Previsto dalla normativa, e conseguenza del profilo in semiarco caratteristica dei ponti di Venezia per permettere il passo delle barche», aveva spiegato l’archistar già al momento della realizzazione) con larghezze doppie fa il resto, interrompendo la marcia e facendo inciampare i più distratti. Sono infatti oltre cinquemila i risarcimenti chiesti al Comune dagli infortunati di Calatrava, e in decine di questi l’amministrazione è stata costretta a pagare anche 50-60 mila euro. Anche sul ponte di Bilbao la gente scivolava che era un piacere, ma il Comune decise di intervenire con un tappeto antisdrucciolo in gomma («È brutto ma non potevamo continuare a pagare risarcimenti, spiegò il sindaco di Bilbao, Ibon Areso), dovendo però pagare i «danni» a Calatrava che non gradì la deturpazione» del ponte e fece causa. E pure a Venezia si provò con strisce simili che però sul vetro non attaccavano bene. L’anno scorso per evitare le cadute, l’amministrazione decise di chiudere i passaggi laterali sui gradini in vetro, invitando le persone — con tanto di transenne e sanzioni per i trasgressori — ad attraversarlo nella striscia centrale di trachite.
Adesso la giunta, grazie alla delibera approvata ieri, prova a metterci una toppa cambiando materiale. In realtà era stato lo stesso Calatrava già qualche settimana dopo l’apertura del 11 settembre 2008 a suggerire, per evitare le cadute («Ma si tratta evidentemente di una questione che appartiene al settore percettivo e che ha, pertanto, carattere del tutto soggettivo» precisò l’architetto) — la sostituzione delle 24 pedate di vetro doppie con lastre in trachite. Un lavoro per niente complicato o costoso, aveva sottolineato: smontaggio e montaggio sono possibili in due notti al massimo se si vuole tenere il ponte sempre aperto. Ma allora la giunta di Cacciari fu costretta a lasciar perdere: i costi del ponte erano già lievitati abbastanza. Il lavoro previsto dal Comune questa volta si aggira sui 30 mila euro per gli otto gradini, e se i risultati saranno positivi non è escluso che Ca’ Farsetti decida di cambiare tutti i ventiquattro così come suggerito dallo stesso progettista.
Anche perché la manutenzione del quarto ponte sul Canal Grande è tutt’altro che indolore se ogni anno il conto arriva a 70 mila euro tra monitoraggio e sostituzione delle lastre in vetro rotte. Quattro, cinque ogni dodici mesi, anche le stesse più volte evidentemente perché alcune parti della struttura sono particolarmente sollecitate.