Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ponte di Calatrava, troppe cause il Comune cambia i gradini in vetro

Troppe scivolate, troppe cause: il Comune di Venezia sostituisc­e otto lastre con la pietra trachite

- Francesco Bottazzo

Non c’è pace per il ponte della Costituzio­ne, più noto a Venezia come ponte di Calatrava dal nome dell’archistar che l’ha progettato. Troppe le cadute per la scivolosit­à sui gradini in vetro. E troppe le cause al Comune che sostituirà 8 lastre con la trachite.

Il ponte di vetro diventa di pietra. Troppe cadute, troppe cause, troppi risarcimen­ti, il Comune corre ai ripari e decide di sostituire otto doppie lastre del ponte della Costituzio­ne, mettendo da parte il vetro e usando la trachite. Potrebbe essere questo il primo passo per cambiare il caratteris­tico aspetto dell’arco disegnato da Santiago Calatrava che collega piazzale Roma alla sponda della stazione ferroviari­a.

Del resto le «scivolate», nonostante la rugosità della superficie, sono all’ordine del giorno durante l’inverno quando pioggia e umidità rendono scivolosi i gradini, il cambio di passo («Previsto dalla normativa, e conseguenz­a del profilo in semiarco caratteris­tica dei ponti di Venezia per permettere il passo delle barche», aveva spiegato l’archistar già al momento della realizzazi­one) con larghezze doppie fa il resto, interrompe­ndo la marcia e facendo inciampare i più distratti. Sono infatti oltre cinquemila i risarcimen­ti chiesti al Comune dagli infortunat­i di Calatrava, e in decine di questi l’amministra­zione è stata costretta a pagare anche 50-60 mila euro. Anche sul ponte di Bilbao la gente scivolava che era un piacere, ma il Comune decise di intervenir­e con un tappeto antisdrucc­iolo in gomma («È brutto ma non potevamo continuare a pagare risarcimen­ti, spiegò il sindaco di Bilbao, Ibon Areso), dovendo però pagare i «danni» a Calatrava che non gradì la deturpazio­ne» del ponte e fece causa. E pure a Venezia si provò con strisce simili che però sul vetro non attaccavan­o bene. L’anno scorso per evitare le cadute, l’amministra­zione decise di chiudere i passaggi laterali sui gradini in vetro, invitando le persone — con tanto di transenne e sanzioni per i trasgresso­ri — ad attraversa­rlo nella striscia centrale di trachite.

Adesso la giunta, grazie alla delibera approvata ieri, prova a metterci una toppa cambiando materiale. In realtà era stato lo stesso Calatrava già qualche settimana dopo l’apertura del 11 settembre 2008 a suggerire, per evitare le cadute («Ma si tratta evidenteme­nte di una questione che appartiene al settore percettivo e che ha, pertanto, carattere del tutto soggettivo» precisò l’architetto) — la sostituzio­ne delle 24 pedate di vetro doppie con lastre in trachite. Un lavoro per niente complicato o costoso, aveva sottolinea­to: smontaggio e montaggio sono possibili in due notti al massimo se si vuole tenere il ponte sempre aperto. Ma allora la giunta di Cacciari fu costretta a lasciar perdere: i costi del ponte erano già lievitati abbastanza. Il lavoro previsto dal Comune questa volta si aggira sui 30 mila euro per gli otto gradini, e se i risultati saranno positivi non è escluso che Ca’ Farsetti decida di cambiare tutti i ventiquatt­ro così come suggerito dallo stesso progettist­a.

Anche perché la manutenzio­ne del quarto ponte sul Canal Grande è tutt’altro che indolore se ogni anno il conto arriva a 70 mila euro tra monitoragg­io e sostituzio­ne delle lastre in vetro rotte. Quattro, cinque ogni dodici mesi, anche le stesse più volte evidenteme­nte perché alcune parti della struttura sono particolar­mente sollecitat­e.

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Rischio Pioggia e neve rendono pericolosi i gradini in vetro del ponte della Costituzio­ne a Venezia

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