Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Uccide il cane sospensione per il veterinario
L’ex proprietario di un cane da ferma, Rocki il suo nome, e un veterinario sono stati condannati ieri, in tribunale a Rovigo, per aver ucciso l’animale. Rocki non era più voluto dal suo padrone, che prima di affidarlo al veterinario per la soppressione aveva provato a sbarazzarsi dell’animale gettandolo dal finestrino della sua auto in corsa. E il giudice rodigino Raffaele Belvederi, inoltre, ha deciso che il veterinario, un privato, sia interdetto per un anno dalla professione. A ritrovarsi condannati sono il pensionato 92enne polesano di Ceregnano Gilberto Carlini, 14 mesi, e il veterinario 59enne di Ospedaletto Euganeo (Padova) Diego Cesaro, un anno.
Esulta per la sentenza l’avvocato Claudia Ricci, che rappresentava l’ente nazionale protezione animali (Enpa) che ha voluto costituirsi parte civile nel procedimento. Il legale tiene a sottolineare soprattutto il ruolo giocato da Cesaro nella vicenda. «È una decisione rilevante – spiega l’avvocato Ricci - perché sancisce un principio importantissimo. Un veterinario non può accettare passivamente le richieste di una persona ed uccidere un cane senza prima aver svolto tutti gli accertamenti di legge sullo stato di salute dell’animale, altrimenti non solo tradisce il suo lavoro ma commette un reato». La pena per i due condannati è sospesa, ed è condizionata al risarcimento di 3.500 euro di danno all’enpa entro tre mesi dal suo essere definitiva.
La straziante vicenda di Rocki, un incrocio Drahthaar (cane da ferma) di colore nero e di tre anni d’età, inizia nel febbraio 2015, ovvero nove mesi dopo esser stato acquistato da Carlini. Stanco di avere il cane con sé, il 5 febbraio 2015 Carlini lo fa salire sulla
sua Fiat Punto. Si reca in via Dossi a Gavello e lo getta fuori dal finestrino in corsa allontanandosi per non essere visto. Nonostante le ferite Rocki però non muore, e viene visto zoppicante e dolorante da una donna. La polesana lo accudisce e lo accompagna al canile municipale rodigino della frazione di Fenil del Turco perché venga curato.
Qui, grazie al chip sottocutaneo, Carlini viene individuato come il padrone e si vede riconsegnare Rocki. A quel punto l’anziano non desiste dai suoi propositi e cambia strategia. Il pensionato contatta Cesaro che il 16 febbraio, 11 giorni dopo la tentata soppressione in via Dossi, ammazza il cane con un’iniezione intracardiaca di Tanax. La storia di Rocki però viene raccontata, grazie all’intervento della donna che lo ha portato al canile, alle forze dell’ordine polesane che compiono le indagini. Carlini viene rintracciato e denunciato, poi si arriva a Cesaro che finisce anch’egli nei guai. Lo svolgimento del processo terminato ieri ha confermato le accuse ai due imputati.