Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Spari al locale, vendetta di un pusher
In manette l’uomo che ha fatto fuoco in via Cavazzana. «Ero stato aggredito»
Caso risolto in poche ore: Ervis Rapiki, 38enne albanese, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e di detenzione di droga. È lui (ha confessato) ad aver esploso due colpi di pistola nella notte, lunedì, contro il locale di kebab Friend’s Fast and Food di via Cavazzana. È stato un regolamento di conti tra spacciatori. O meglio, la vendetta di un grossista contro i suoi galoppini: un gruppo di magrebini lo aveva aggredito poco prima in Prato della Valle.
La vendetta di un grossista contro i suoi galoppini. Ventiquattrore d’indagini e il Nucleo radiomobile dei carabinieri di Padova ha chiuso il cerchio sulla sparatoria di lunedì notte al kebab Friend’s Fast and Food di via Cavazzana, a pochi passi da Santa Giustina. A finire in manette Ervis Rapiki, 38enne albanese, accusato di tentato omicidio e di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio.
All’origine dei colpi di pistola vi sarebbe un regolamento di conti per questioni di droga e «onore» nel mondo dei pusher. In sostanza l’uomo ha raccontato ai carabinieri di essere stato aggredito in Prato della Valle poco prima di mezzanotte da un gruppo di cinque nordafricani. Un vero e proprio sgarro per un grossista che smercia la droga ai piani alti essere picchiato dai cosiddetti cavallini, i pusher che la vendono al dettaglio considerati i pesci piccoli nel giro della droga.
I militari, grazie alle testimonianze dei presenti all’aggressione e alle telecamere di videosorveglianza, sono riusciti a ricostruire quegli attimi di terrore a pochi passi da Santa Giustina. Il gruppo di cinque tunisini ha picchiato l’albanese verso le 23, dirigendosi poi verso il locale etnico. Rapiki poco dopo insieme a due complici li ha cercati e raggiunti a bordo di due Fiat, è smontato dall’auto e ha sparato un colpo in aria con una calibro 21 semi automatica. Uno dei nordafricani si è rifugiato dentro al kebab, l’albanese ha mirato verso la porta e ha fatto esplodere un secondo colpo. Il proiettile si è conficcato nel muro opposto e il bandito è entrato alla ricerca del fuggitivo. Non trovandolo, ha minacciato il dipendente che in quel momento stava preparando un panino, scappando poi insieme ai complici.
Le indagini hanno permesso di intercettarlo martedì pomeriggio a pochi passi dalla sua abitazione. Decisivi i frame delle telecamere che hanno immortalato le due Fiat 500 usate dai banditi albanesi. Le vetture sono risultate noleggiate e mai restituite: una di queste è stata trovata parcheggiata in via Bembo dove poco dopo si sono presentati il 38enne albanese e la compagna per utilizzarla. La successiva perquisizione nell’abitazione dei due ha consentito di ritrovare 110 grammi di cocaina e 11 di marijuana, un manganello, nove cellulari e 22 mila euro.
Messo alle strette l’uomo, ha confessato di aver sparato dopo l’aggressione a pugni e bottigliate. Per vendicarsi ha chiamato i due connazionali, tutt’ora ricercati, e ha inseguito i magrebini fino al Friend’s Fast and Food, trovandoli e sparando. Proprio l’aver mirato ad altezza uomo gli è costato l’accusa per tentato omicidio. Ora i militari sono alla ricerca dell’arma che il malvivente avrebbe gettato via subito dopo l’aggressione. Arrestato, è stato portato nel carcere Due Palazzi di Padova a disposizione dell’autorità giudiziaria. I carabinieri nelle prossime ore lavoreranno per identificare i complici che al momento sono spariti nel nulla. È probabile che anche loro siano pregiudicati e già coinvolti in vicende di spaccio.