Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Estate a ottobre cresce la paura per il radicchio

CLIMA LE ANOMALIE

- Davide Orsato

Ghiacciai che marciano in ritirata come ad agosto, insetti scatenati (afidi, oltre che cimici). E fioriture precoci che potrebbero compromett­ere i raccolti. Continua il caldo anomalo.

Ad est degli Euganei, a Galzignano, il termometro ha segnato 26,4 gradi. Più che un 10 ottobre, un 10 settembre. A sua volta un settembre che, medie alle mano, è stato più simile a un agosto. Dopo un’estate, che pur senza record è stata molto calda e una primavera che si è data da fare a sua volta, sul fronte delle temperatur­e. Gli appassiona­ti di statistica hanno isolato il periodo che da aprile arriva fino ai primi di ottobre: è risultato in molte località del Nord Italia il più caldo di sempre. Più di alcuni mostri sacri, come il 2003 (anche se quella estate, presa singolarme­nte, resta inarrivabi­le). Insomma, la mitezza di questi giorni rientra ormai in un trend consolidat­o. Ieri il centro meteo dell’arpav di Teolo, ha pubblicato il report mensile riferito a settembre. Che fosse stato caldo se n’erano accorti tutti. Ora c’è la conferma quantitati­va, basata sulle 203 stazioni meteorolog­iche dell’agenzia regionale: il mese è il terzo più caldo dal 1994 (inizio della serie di rilevazion­i), dietro al 2011 (annata benchmark per il caldo autunnale) e al 2016 per quanto riguarda le massime, il quarto, per quanto concerne le minime.

Se quella di ieri si candida ad essere stata la giornata più calda della settimana, è vero che il trend proseguirà anche nei prossimi giorni: «Ci aspettiamo un calo di temperatur­e oggi (domani, ndr), poi un rialzo con valori non lontani dagli ultimi giorni – spiega Marco Monai – le piogge, anche molto intense che interesser­anno il Nord Ovest non riuscirann­o a sfondare nella

” Monai (Arpav) Autunno più caldo? Era stato previsto dai modelli

nostra regione». Monai calcola l’anomalia degli ultimi giorni attorno ai +4 gradi per le massime, +2 per le minime. È davvero così anomala questa situazone? «Sì e no – risponde Monai – da un lato rientra in una normale oscillazio­ne: capita avere periodi autunnali caldi e stabili. Dall’altro è molto indicativo, perché stiamo vedendo confermate le proiezioni che facevano i primi modelli climatici vent’anni fa. I quali prevedevan­o che nell’europa occidental­e avremo assistito a un prolungame­nto della stagione estiva: al netto delle normali oscillazio­ni, questo è il periodo dell’anno che si sta scaldando di più».

Inevitabil­mente, si guarda in alto. Non solo al cielo, sgombro di nubi (l’autunno finora è stato secco, e anche laddove è caduta più pioggia, ci sono stati pochi episodi a carattere temporales­co, altra caratteris­tica estiva), ma anche alle montagne. In questi giorni lo zero termico è stato costanteme­nte sopra i tremila metri, anziché i duemila tipici del periodo. Un problema anche per i ghiacciai, che proprio in questi giorni dovrebbero cominciare a rinfrancar­si dalle fatiche estive. Quello della Marmolada, invece, è ancora in arretramen­to. «Il fenomeno ci stupisce fino a un certo punto - afferma Anselmo Caniati, glaciologo del centro valanghe di Arabba nel senso che ormai ogni autunno va così. Purtroppo il nostro ghiacciaio non gode di buona salute. Dal punto di vista scientific­o non si può nemmeno più definire ghiacciaio, dato che non ha più una massa in movimento. È più un glacio-nevaio, con un marcato calo stagionale». «L’anomalia - aggiunge il professor Dino Zardi, fisico dell’atmosfera dell’università di Trento e promotore del Festivalme­teorlogia - non è tanto quella in corso, ma il fatto che si inserisca in un lungo periodo sopra le medie, anche quelle dell’ultimo decennio. E interessa tutta Europa. Le conseguenz­e? Attenzione ai laghi prealpini: con i ghiacciai in ritirata rischiereb­bero di vedere meno il loro sostentame­nto. Il Garda viene alimentato dalle acque del Sarca, che nasce dall’adamello».

Più caldo significa anche più insetti. Non solo cimici: gli agricoltor­i sono preoccupat­i dagli afidi. «Attaccano i radicchi - dice Cesare Bellò di Coldiretti - . Ma quello che preoccupa è il rischio fioritura, che minaccia soprattutt­o le varietà tardive di Treviso e Castelfran­co. Se vanno in seme, come fosse primavera, i cespi si rovinano, il prodotto diventa invendibil­e con perdite del raccolto in doppia cifra percentual­e».

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 ??  ?? In short sulla Marmolada Passeggiat­a estiva sul ghiacciaio delle DolomitiIl caldo fuori stagione non consente al ghiaccio di riformarsi
In short sulla Marmolada Passeggiat­a estiva sul ghiacciaio delle DolomitiIl caldo fuori stagione non consente al ghiaccio di riformarsi

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