Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La Regione «salva» Finest «Darà sostegno alle imprese qui»

Via dall’est: Venezia cambia missione alla società. E chiude la partita Autovie

- Martina Zambon

La febbre dell’est è calata da un pezzo e, così, il vice presidente della Regione (con deleghe al Patrimonio e al Bilancio) ha preso carta e penna per proporre al governator­e del Friuli Venezia Giulia, Massimilia­no Fedriga, di prendere la finanziari­a comparteci­pata dalle due Regioni, Finest, e ribaltarla. L’idea è sollecitar­e insieme il Governo per modificare l’oggetto societario di Finest nata, a suo tempo, per promuovere l’espansione all’estero, soprattutt­o verso i mercati dell’est Europa, di aziende nordestine. E già lo scorso anno Palazzo Balbi aveva affrontato il capitolo Finest andando verso la cessione delle quote, ora, invece, si tenta un’altra strada. Anche perché la partecipaz­ione veneta, seppur come socio minoritari­o, ammonta comunque a 20 milioni di euro. «Il mondo è cambiato - spiega Forcolin - e oggi l’esigenza diametralm­ente opposta è di supportare le nostre aziende qui, sul territorio. Motivo per cui si era ipotizzato, in un primo momento, di cedere le quote tout court, poi però abbiamo sviluppato una nuova strategia speriamo congiunta con l’amministra­zione friulangiu­liana». Premessa doverosa è il silente ma implacabil­e piano di riorganizz­azione e semplifica­zione della galassia di partecipat­e ed enti strumental­i della Regione Veneto chiesto dalla Corte dei Conti nel suo giudizio di parifica.

E così, da Veneto Promozione a Veneto Nanotech (definita «uno zombie» dallo stesso Forcolin) si è arrivati a un’eutanasia ragionata cui sono seguite razionaliz­zazioni su Immobiliar­e San Marco e Svec (Società Veneziana Edilizia Canalgrand­e) e alla profonda trasformaz­ione in atto su Sistemi Territoria­li oggetto di uno switch chiesto da una direttiva Ue sulla separazion­e di gestione e infrastrut­tura e che si completerà, assicura il vice governator­e «entro la prossima primavera».

Un lavorio che spazia dall’accetta alla lima per far uscire dall’opacità partecipat­e ed enti strumental­i e che è stato affidato a maggio scorso a una nuova direzione regionale che ha inglobato anche la gestione degli enti strumental­i. Il pacchetto completo è stato presentato ieri in prima commission­e a Palazzo Ferro Fini. Sotto la lente d’ingrandime­nto soprattutt­o le società a partecipaz­ione maggiorita­ria regionale, cioè Immobiliar­e Marco Polo, Sistemi Territoria­li, Veneto Acque, Veneto Innovazion­e, Veneto Nanotech in liquidazio­ne e concordato, Veneto Strade, e Veneto Sviluppo. Si tratta di una valutazion­e complessiv­a e la prossima settimana sono in programma le audizioni in commission­e di Immobiliar­e Marco Polo, Sistemi Territoria­li, Veneto Acque, Veneto Innovazion­e e Veneto Sviluppo. Obiettivo è soddisfare tutte le prescrizio­ni della legge Madia razionaliz­zando e riducendo numero e costi delle società che, a stretto giro, dovranno risultare tutte in attivo.

A «comandare», in queste settimane, però, sono soprattutt­o le partite legate alle infrastrut­ture. A partire dall’imminente «muta» di Autovie Venete che diventerà società in house (evitando così la gara europea per la concession­e ormai scaduta) con il nome di Autostrade dell’adriatico. Il passaggio formale prevede la liquidazio­ne delle quote detenute dal Veneto (4,3%) e immediatam­ente reinvestit­e, con un lieve potenziame­nto che dovrebbe superare il 5% nella nuova concession­aria autostrada­le. «E in commission­e - conclude Forcolin - c’è stato ieri parere favorevole per rivoluzion­are anche il sistema di controllo sugli enti strumental­i. Non più solo con l’invio di documenti, ma sulla base delle attività effettive, come accadrebbe in una holding, con tanto di verifiche trimestral­i o semestrali in consiglio regionale in nome della trasparenz­a».

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Vice governator­e Gianluca Forcolin, vice presidente della Regione ha la delega al Patrimonio e alle Partecipat­e ora oggetto di una consistent­e riorganizz­azione

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