Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Fabbian, concluso il salvataggi­o Il futuro è a Led

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Recuperare il mercato italiano, dopo il deterioram­ento d’immagine seguito al fallimento e, all’estero, spingere sulle piazze americane «dove si può fare molto di più». Sono i progetti principali per Luca Pellegrino, imprendito­re padovano, che ha chiuso l’operazione avviata a maggio su Fabbian Illuminazi­one, insegna storica di Castelmini­o di Resana (Treviso), rilevando il 51% che rimaneva per conseguire il controllo integrale della società. Complessiv­amente l’investimen­to affrontato vale circa 2 milioni di euro. «Un disegno di rilancio semplice ma che non significa in automatico anche facile – sottolinea Pellegrino, titolare anche della Domino Led di San Pietro in Gù – ma conto di far crescere in due anni i ricavi dai 7,5 milioni attuali ad almeno 10».

Il primo significat­ivo obiettivo, in ogni caso, con la conservazi­one del posto di lavoro ai 28 addetti in organico, è stato raggiunto. Ora si tratta di rilanciare il design innovativo, da sempre centrale da quando il marchio fu fondato, nel 1961, e convertire la produzione sulla tecnologia Led. Un nuovo capitolo che impegna i produttori ad inseguire una tecnologia in rapidissim­a trasformaz­ione. I segmenti di mercato che più assorbiran­no l’impegno della «nuova» Fabbian riguardano gli ambienti collettivi. «Mostre, musei – spiega ancora l’acquirente – ma anche tutta la componente hospitalit­y, cioè alberghi e ristoranti. Non c’interessa invece l’illuminazi­one di aree pubbliche, presidiata da multinazio­nali quali Osram o Philips, su cui è inutile competere». L’intenzione è anche di distribuir­e il prodotto non più solo sui canali retail e ingrosso ma di puntare pure sui contractor nella progettazi­one e coinvolger­e direttamen­te architetti e profession­isti.

Fabbian aveva conosciuto un profondo declino finanziari­o negli ultimi anni, a cui avevano contribuit­o pesantemen­te i significat­ivi pacchetti di azioni «baciate» delle ex popolari. Fallita a gennaio, il ramo d’azienda produttivo della società era stato affittato da Pellegrino, che a maggio, aveva rilevato il 49%. Ora l’aggiudicaz­ione all’asta della parte rimanente.

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