Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Addio a Battistin, rugbista combattent­e la sua lotta a voce alta contro la Sla

Ex petrarchin­o, s’è arreso a 52 anni. Protestava per l’esclusione dai protocolli sperimenta­li

- Roberta Polese

Alessandro Battistin, Lillo per gli amici, è morto ieri pomeriggio nella sua casa ad Albignaseg­o. Aveva 52 anni, era ammalato di Sla e la malattia, feroce nel suo caso, lo ha preso in poco più di un anno e mezzo. Lo piange il mondo del rugby veneto, in particolar­e quello padovano. Era cresciuto prima come giocatore ai Tre Pini, in cui ricopriva il ruolo di seconda linea, poi come allenatore al Petrarca e al Valsugana. Grinta, carattere, ma anche tanto spirito goliardico gli hanno fatto vivere gli anni più belli della sua vita tra i campi da rugby di tutta la regione.

L’annuncio della sua morte è stata data ieri allo stadio Battaglini di Rovigo, dove si stava disputando il match Rovigopetr­arca e dove il pubblico ha dato vita a un lungo applauso in sua memoria. Lillo era anche stato un poliziotto e i colleghi non lo hanno mai lasciato solo in questa sua battaglia. Per mesi si sono dati il turno con la moglie Michela per accudirlo, occupandos­i delle medicine, degli spostament­i. Ma a lui bastava anche una semplice chiacchier­a, guardare e commentare le partite insieme, come una volta. È stato combattivo fino alla fine, ma non ha voluto, in accordo con la famiglia, il ricovero ospedalier­o.

Lillo ha dato del filo da torcere alla malattia, lottando talvolta anche contro i medici che non gli consentiva­no di entrare in protocolli sperimenta­li che gli avrebbero consentito di accendere una speranza. Nell’ultima intervista rilasciata al Corriere del Veneto il 2 gennaio scorso diceva di essersi sentito tradito dai dottori che lo seguivano. «Mi avevano detto che potevo entrare in un protocollo di sperimenta­zione e che il Radicut (un farmaco molto costoso ndr) mi sarebbe stato passato dal sistema sanitario nazionale – spiegava – poi improvvisa­mente non potevo più essere nella lista perché manifestav­o già seri problemi di deambulazi­one, mi sono sentito abbandonat­o, senza cure». Poi una catena di solidariet­à tra ex rugbisti e associazio­ni aveva creato una colletta per consentirg­li di avere il costoso farmaco anche in via privata.

Lo stesso Lillo diceva anche che la comunità scientific­a era divisa su quella medicina, che per alcuni però aveva fatto miracoli. Tuttavia negli ultimi mesi il lento e inesorabil­e decorso della malattia lo aveva portato ad una forte debilitazi­one. Qualche giorno fa l’associazio­ne di rugbisti «Amici di Mattia» gli aveva regalato un aspiratore per aiutarlo a respirare meglio. Tutto il rugby si era attivato per lui: da Bassano, dove è molto conosciuta la famiglia di Michela, fino a Treviso, dove tra qualche giorno si terrà un torneo che aveva lo scopo di raccofondi per lui, e che invece sarà il primo a celebrarne il ricordo. Lillo lascia una splendida ragazzina di 11 anni e una moglie amorevole, che il mondo del rugby e della polizia di Stato non abbandoner­anno mai. I funerali di Battistin sono fissati per martedì alle 10.30 agli impianti del Petrarca alla Guizza.

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 ??  ?? Prima della malattia Un’immagine di «Lillo» Battistin, insieme alla figlia, prima che la Sla ne aggredisse il fisico e lo devastasse
Prima della malattia Un’immagine di «Lillo» Battistin, insieme alla figlia, prima che la Sla ne aggredisse il fisico e lo devastasse

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