Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I conti della Diocesi sottoposti ai giovani E loro: parrocchie troppo spendaccione
Nella loro lettera alla Chiesa di Padova, ispirata dalle riflessioni sviluppate al Sinodo dei giovani, avevano chiesto «maggiore fiducia e condivisione di responsabilità». Messaggio ricevuto, verrebbe da dire, visto che il vescovo Claudio Cipolla ha mostrato in anteprima il bilancio della Diocesi a sei «contabili» under 35 per leggere i numeri «con la loro sensibilità e competenza». Il rapporto annuale, presentato ieri prima al cinema Mpx di Padova e poi alla parrocchia del Redentore di Monselice, evidenzia un aumento sia dei costi (passati dai 9,5 milioni del 2016 ai 10,2 milioni del 2017) che dei ricavi (saliti da 8,7 milioni a 9,3), per una perdita di esercizio pari a 872.719 euro. Ma a colpire i giovani sono stati altri due segni più: quello dei crediti a medio e lungo termine verso le parrocchie, dove si passa da un milione a 1,7 milioni, e quello del fondo emergenze, che lievita da 1,5 milioni a 2,2. «Il valore così elevato dei fondi accantonati rivela la preoccupazione per rientri difficilmente realizzabili e la volontà di aiutare le parrocchie in difficoltà osserva Nicolò Capuzzo, 25 anni di Monselice -. La Diocesi mostra l’attitudine a essere mamma delle parrocchie e a sobbarcarsi i rischi che hanno contratto». Secondo i giovani, insomma, i sacerdoti hanno un po’ le mani bucate e la Diocesi corre in loro aiuto troppo spesso, mentre servirebbe «una gestione più responsabile dei beni da parte delle parrocchie». A proposito di parrocchie, aumentano sia le entrate (da 54,3 milioni a 54,7) che le uscite (da 45,9 milioni a 46,3), ma gli ultimi dati (aggiornati al 2016) evidenziano anche il calo delle offerte raccolte con la colletta domenicale e feriale, che scendono da 10,1 milioni a 9,7. Per quanto riguarda le assegnazioni dell’8 per mille, la Diocesi ha destinato 1,6 milioni alla carità, 1,7 milioni alle esigenze di culto e 704 mila euro al restauro dei beni culturali. «La dipendenza della Chiesa dall’8 per mille ci ha stupiti, senza queste risorse sarebbe dura», commenta Giorgia Zandarin, 32 anni di Campodarsego. Sul fronte della carità, l’impegno della Diocesi è in aumento e rasenta i 70 milioni, di cui 39,5 assegnati alla carità diocesana di realtà come Caritas e Cucine economiche popolari e 29,9 milioni alle azioni internazionali di Cuamm-medici con l’africa e Ufficio missionario. Infine i dati del bilancio sociale: 126 mila i pasti offerti dalle Cucine di suor Lia, 45 mila i chili di pane distribuiti dall’associazione universale di Sant’antonio, 700 mila le ore di volontariato per la catechesi, 25 mila i visitatori del Museo diocesano.